Mercoledì 18 Dicembre 2024

La Cassazione: niente condono fiscale per Pippo Baudo

Niente condono fiscale per Pippo Baudo in relazione all’avviso di accertamento con il quale l'Agenzia delle Entrate gli ha intimato di pagare 257.538 euro per Irpef e Ilor evase nel 1996. A deciderlo è stata la Cassazione che ha accolto il ricorso del fisco contro il presentatore al quale la Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, nel 2010, aveva invece concesso il diritto al condono nonostante il noto conduttore televisivo fosse stato condannato per reati tributari. I Supremi giudici hanno annullato senza rinvio il via libera al condono e ora Baudo dovrà pagare gli avvisi di accertamento. In primo grado i giudici tributari, ricorda la Cassazione, avevano escluso che Baudo potesse "usufruire del condono in quanto sottoposto a procedimento penale per reati" previsti dal testo unico sul fisco del 2000 di cui il presentatore "aveva avuto formale conoscenza". Baudo è stato infatti condannato per reati fiscali a un anno e nove mesi di reclusione con il beneficio della pena sospesa, per la vicenda delle telepromozioni. In appello, invece, la Commissione Tributaria aveva dato il via libera ad usufruire del condono, nonostante la condanna. Adesso gli ermellini hanno stabilito che la volontà del legislatore, nel testo sul fisco del 2000, è quella di "precludere l’accesso alla definizione agevolata a chiunque sia stato imputato di un qualsiasi reato tributario in ragione, cioè, di una sorta di indennità a fruire del beneficio del condono». Questa conclusione, per la Cassazione, non è da mettere in discussione in quanto il Parlamento "in materia di disciplina di condoni fiscali ha ampia discrezionalità, come tale insindacabile". "Pippo Baudo ha sempre pagato le imposte, anche negli anni oggetto del contenzioso tributario: essendoci i presupposti di legge, Baudo aveva chiesto ed ottenuto il rimborso delle somme oggetto di due distinti giudizi". Lo spiega l’avvocato Giuseppe Cristiano, legale del presentatore nel contenzioso fiscale. "Nonostante ciò - prosegue Cristiano - il fisco, ritenendo non sussistenti gli estremi per il rimborso, ha emesso le cartelle esattoriali impugnate con successo da Baudo, con esito positivo finale nel primo giudizio e viceversa con esito negativo nel secondo giudizio con il verdetto di cui si è appreso oggi".

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