Ha lasciato Riace poco dopo le 6 di stamattina il sindaco Domenico Lucano, dopo la decisione del tribunale del Riesame di Reggio Calabria che gli ha revocato gli arresti domiciliari imponendogli però il divieto di dimora.
Potrà restare a Riace, invece, la compagna di Lucano, per la quale il divieto di dimora è stato attenuato con la misura dell’obbligo di firma.
Per il primo cittadino, questa, rappresenta una vittoria a metà. Per quanto tempo dovrà restare lontano dal paese è ancora presto per poterlo dire. Prima di conoscere la decisione del Tribunale del riesame, subito dopo l’udienza, Lucano aveva detto a chiare lettere, con decisione, che il modello di accoglienza e integrazione creato nel suo Comune sarebbe andato avanti.
Obiettivo che, certamente, Lucano perseguirà anche stando fuori, ma comunque bisognerà vedere quando la sua assenza influirà sui tanti migranti che a Riace vivono e che in lui hanno un sicuro, se non l’unico, punto di riferimento. E che ora si trovano a dovere decidere se rimanere ma senza i finanziamenti pubblici, o se pure accettare il trasferimento in un altro Sprar dopo la chiusura dell’esperienza riacese decisa dal Viminale.
«Riace - ha detto ieri il sindaco all’uscita dall’aula del tribunale - rappresenta un’idea che va contro la civiltà della barbarie. Anche senza contributi pubblici andiamo avanti lo stesso, da soli, perché negli anni abbiamo costruito dei supporti all’integrazione che oggi fanno la differenza».
La chiusura dello Sprar, decisa dal ministero dell’Interno e laconseguente possibilità che i migranti che vivono a Riace -alcuni da anni - se ne possano andare, non lo spaventa. Anzi. Harivendicato lui la chiusura dello Sprar. «Voglio trasmettere questo messaggio - ha detto - al Governo: vogliamo uscire dalloSprar. Lo voglio io come volontà politica. Non voglio avere a che fare con chi non ha fiducia e con questo Governo che spessonon rispetta i diritti umani».
Su come andare avanti senza i soldi del Viminale, Lucano un’idea ce l’ha già. E si tratta di puntare sui laboratori artigiani avviati in questi anni dai migranti che si sono stabiliti in paese e sul frantoio. Rendere produttive, in definitiva, le attività di un borgo ormai conosciuto in tutto il mondo. In sintesi, ha spiegato Lucano, fare un’accoglienza spontanea «così com'era cominciata» nel 1998 con lo sbarco di duecento profughi dal Kurdistan. Da allora Riace non è più solo il paese dei Bronzi ma anche quello dell’accoglienza e di Lucano, inserito due anni fa dalla rivista americana "Fortune" al 40/mo posto della classifica dei 50 leader più influenti del mondo. Al termine dell’udienza si era detto fiducioso di riacquistare la libertà dai giudici del riesame alla cui attenzione c'era anche il ricorso della Procura di Locri che chiedeva un aggravamento delle contestazioni mosse al sindaco ora sospeso di Riace. Il gip di Locri infatti, nella sua ordinanza di custodia cautelare, ha contestato i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti, lasciando cadere le accuse più gravi mosse dai pm: associazione a delinquere, concussione, truffa aggravata, abuso e malversazione.«
«Caro Mimmo lo so che non lascerai la tua e nostra amata Calabria ma se vuoi ti ospitiamo con amore a Napoli. Il divieto di dimora nella tua Riace è peggio degli
arresti domiciliari. Ma non potranno mai arrestare la rivoluzione. Riace vivrà con Lucano Sindaco!». Lo scrive su twitter il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
«La revoca dei domiciliari restituisce la libertà a Mimmo Lucano ma non ferma la battaglia legale e civile perchè possa continuare e possa rafforzarsi l’esperienza di Riace e la cultura di accoglienza e convivenza diffusa che essa rappresenta», afferma in una nota il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
«Ho già espresso a Mimmo Lucano, come hanno fatto i sindaci di tante città fra cui Parigi, la mia solidarietà e la volontà di dare vita ad iniziative coerenti con il coinvolgimento di comuni di tutta Europa - aggiunge -. Gli ho anche rivolto l’invito a venire a Palermo, già nei prossimi giorni e in occasione del Festival delle letterature migranti, per condividere la sua storia ed esperienza e costruire insieme un percorso che trova nelle comunità ed amministrazioni locali la sua forza».
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