Ieri aveva promesso "silenzio" e "preghiera" dinanzi a chi "cerca lo scandalo". Oggi, sempre nella messa mattutina a Santa Marta, papa Francesco ha rilevato che il cuore dell'uomo è come un "campo di battaglia", dove si affrontano due "spiriti" differenti: uno, quello di Dio, ci porta "alle opere buone, alla carità, alla fraternità", l'altro, quello del mondo, ci sospinge "verso la vanità, l'orgoglio, la sufficienza, il chiacchiericcio".
A tutti, per questo, ha chiesto un "esame di coscienza". E non si può non vedere come nella predicazione del Pontefice ricorrano gli echi dell'ultima bufera che ha investito la Chiesa, con il dossier dell'ex nunzio negli Stati Uniti, monsignor Carlo Maria Viganò, che, accusandolo di aver ignorato le informazioni sugli abusi omosessuali dell'ex cardinale di Washington Theodore McCarrick (cui però in seguito Bergoglio ha revocato la porpora), ha chiesto le dimissioni di Francesco.
"Nella vita cristiana", ha detto oggi, "si deve combattere per lasciare spazio allo Spirito di Dio" e "cacciare via lo spirito del mondo". E un "esame di coscienza" giornaliero, ha suggerito, aiuta a "individuare le tentazioni", a chiarire come agiscono queste forze contrapposte.
"È molto semplice: abbiamo questo gran dono, che è lo Spirito di Dio, ma siamo fragili, siamo peccatori e abbiamo anche la tentazione dello spirito del mondo. In questo combattimento spirituale, in questa guerra dello spirito, bisogna essere vincitori come Gesù".
Tutte le sere, ha concluso, il cristiano dovrebbe ripensare alla giornata appena trascorsa per verificare se è prevalsa la "vanità" e la "superbia" o se è riuscito a imitare il Figlio di Dio.
E mentre nuovi nubi si addensano all'orizzonte e ulteriori "dossier" puntano su personaggi vaticani - girano anche non poche "polpette avvelenate" -, in un momento in cui l'offensiva degli oppositori a Francesco (i conservatori su un lato e l'altro dell'Oceano) cavalca anche i continui strascichi dello scandalo degli abusi, la Chiesa, nella sua grande maggioranza, si stringe attorno al suo supremo pastore.
Molti gli attestati di solidarietà a Bergoglio dai vari episcopati. I vescovi cileni - quelli che con Francesco hanno affrontato la devastante stagione dei preti pedofili - gli hanno manifestato con una lettera il loro appoggio "particolarmente in questo momento in cui la sua persona sta ricevendo attacchi ingiusti come conseguenza di apprezzamenti non prudenti e ingiuste imputazioni da parte di membri della stessa Chiesa". E anche i vescovi italiani si fanno sentire.
"Ho incontrato il Santo Padre recentemente e l'ho visto molto sereno. Di fronte a ogni avversità il Papa reagisce dicendo: 'L'importante è fare ciò che ci chiede il Vangelo'. Riguardo a questi dossier le parole pronunciate da Francesco sono stupende: 'Silenzio e preghiera con chi cerca scandalo'. Le faccio mie e le propongo a tutta la Chiesa italiana": così il presidente Gualtiero Bassetti in un'intervista al Corriere Fiorentino.
"Tra la gente, anche delle nostre comunità parrocchiali, si respira lo sconcerto per la confusione e per gli attacchi che vengono all'interno dalla comunità ecclesiale", dice invece a InBlu Radio il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis.
"Non hanno mai creato problemi le tensioni - aggiunge - che nascono fuori, le persecuzioni e le ostilità che la Chiesa ha incontrato nel mondo. Questa stagione ci sta portando, forse più di altre, a misurarci con tensioni che invece implodo dentro la Chiesa e dividono. Il Papa diceva: 'La verità è mite', qui invece stiamo tutti gridando".
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