«Il cristiano non può rinunciare a sognare che il mondo cambi in meglio": è questo il messaggio che il Papa ha voluto dare ai partecipanti al Meeting di Cl che ha aperto oggi a Rimini. Per Papa Francesco «non si tratta di ritirarsi dal mondo per non rischiare di sbagliare e per conservare alla fede una sorta di purezza incontaminata, perché una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di muovere la storia, come recita il titolo del Meeting». Ma il pontefice allo stesso tempo invita ad alzare lo sguardo: «Nessuno sforzo, nessuna rivoluzione può soddisfare il cuore dell’uomo. Solo Dio, che ci ha fatti con un desiderio infinito, lo può riempire della sua presenza infinita». E allora Papa Francesco invita a liberarsi «dalla schiavitù dei "falsi infiniti", che promettono felicità senza poterla assicurare». Il tema del Meeting «Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice» riprende un’espressione di don Luigi Giussani e fa riferimento alla svolta del Sessantotto e alle sue conseguenze in questi cinquant'anni. E oggi? «Si torna ad erigere muri, invece di costruire ponti - sottolinea il Papa -. Si tende ad essere chiusi, invece che aperti all’altro diverso da noi. Cresce l’indifferenza, piuttosto che il desiderio di prendere iniziativa per un cambiamento. Prevale un senso di paura sulla fiducia nel futuro». E allora «ci domandiamo se in questo mezzo secolo - si legge nel messaggio del Papa, a firma del Segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, al vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi - il mondo sia diventato più abitabile. Questo interrogativo riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del '68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti, e a domandarci: che cosa abbiamo imparato? Di che cosa possiamo fare tesoro?». Il Papa oggi, a piazza San Pietro per l’Angelus, ha pregato per gli abitanti del Kerala, in India, «duramente colpiti da piogge intensissime, che hanno provocato allagamenti e frane, con pesanti perdite di vite umane, numerosi dispersi e sfollati, e ingenti danni alle colture e alle case. Non manchi a questi fratelli - è stato l’appello del pontefice - la nostra solidarietà e il concreto sostegno della Comunità internazionale».