E’ salpata dal porto di Civitavecchia alla volta di Palermo per il 26mo anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, la Nave della Legalità con a bordo, tra gli altri, oltre 1.000 giovani, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho. Alla partenza, a salutare i giovani, è arrivato il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha rivolto agli studenti un saluto caloroso e non rituale, parlando «a braccio» e alla fine si è concesso in foto e selfie insieme ai giovani ed ai loro insegnanti.
«Il 23 maggio è una data che non si può dimenticare, viene ricordata ogni anno la data del vile attentato di Capaci. Da allora si è sviluppato un movimento di reazione civile prezioso e importante contro la mafia che ha ottenuto risultati importanti ma che richiede ulteriori impegni», ha ammonito il capo dello Stato, che ha ricordato come la mafia ostacola «lo sviluppo economico, frena le possibilità di lavoro, condiziona possibilità di vita sociale, riduce la libertà di ciascuno; per questo è importante la testimonianza che state portando oggi e che porterete con la giornata di domani», ha detto ai presenti.
Sono stati ricordati in ogni intervento - anche da Mattarella - i nomi degli 8 agenti della scorta che hanno perso la vita negli attentati di Capaci e di via d’Amelio. Presenti a Civitavecchia anche Tina Montinaro, vedova di uno degli agenti uccisi e Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi. «I ragazzi torneranno a casa dopo questa esperienza con occhi diversi, più forti e formati e in grado di vivere la loro vita in modo critico. E’ un prezioso dono questo viaggio», ha detto nel suo intervento la ministra del Miur, Valeria Fedeli, vistosamente emozionata.
«Caro presidente Lei è stato comunicatore attento alle giovani generazioni; Lei sta svolgendo una funzione fondamentale per i giovani; i ragazzi sapranno creare una Italia migliore, senza mafie», ha concluso Fedeli rivolgendosi a Mattarella. Presente anche l’ex presidente del Senato Pietro Grasso.
«La libertà, l’uguaglianza, devono essere valori non negoziabili. Le mafie sono forti quando domina il silenzio. Parlare di mafia è necessario per annientare l’omertà. Il contrasto alle mafie è stato eccezionale negli ultimi anni ma si registra ancora una sorta di rassegnazione e in altri casi di omertà», ha denunciato il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. «Si sottolinea spesso il disimpegno dei giovani rispetto ai temi della legalità ma il problema siamo noi adulti che non riusciamo ad intercettare la sensibilità dei ragazzi», ha ammonito il capo della polizia, Franco Gabrielli.
Il viaggio è reso possibile grazie alla collaborazione con Grandi Navi Veloci (GNV), società del Gruppo MSC, che mette a disposizione una delle sue navi. Le celebrazioni istituzionali si terranno domani nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, luogo simbolo del Maxiprocesso a Cosa Nostra. Il «no» alle mafie verrà rilanciato domani in 10 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana e Umbria) da migliaia di studenti in una sorta di "staffetta» a distanza. Complessivamente oltre 70.000 ragazze e ragazzi sono coinvolti in tutta Italia nelle iniziative di #PalermoChiamaItalia. Nel pomeriggio di domani, dopo le celebrazioni nell’Aula Bunker, le manifestazioni proseguiranno con con i due tradizionali cortei. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’Albero Falcone.
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