L'AQUILA. Un orso bruno marsicano muore durante un'operazione di cattura, nel Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, in territorio di Lecce nei Marsi (L'Aquila) ed è bufera sul sistema adottato per prendere esemplari confidenti o problematici. "Rivedere i protocolli e standard di sicurezza più cautelativi", dice il Wwf chiedendo di "sospendere o ridurre a casi inevitabili la cattura e la sedazione". "Fare chiarezza", chiede il Movimento Animalista che parla di "inquietanti somiglianze con l'uccisione dell'orsa Daniza, in Trentino, nel settembre 2014. Anche in questo caso la morte dell'animale, uno degli esemplari cosiddetti confidenti, potrebbe essere stata causata da una dose eccessiva di anestetico". A dare la notizia della morte dell'orso lo stesso Parco d'Abruzzo. Si tratta di un giovane maschio in precedenza mai marcato né dotato di radiocollare. L'operazione, spiega l'Ente, rientrava tra le attività autorizzate dal ministero dell' Ambiente per il controllo di orsi confidenti o problematici. "La squadra - riferisce il Parco - ha effettuato le procedure per anestetizzarlo e metterlo in sicurezza. Già nella prima fase l'animale ha manifestato problemi respiratori". Nonostante le tempestive manovre di rianimazione, l'animale è morto in poco tempo. "È la prima volta che ci troviamo di fronte a un'emergenza anestesiologica in occasione di una cattura", afferma il presidente del Parco d'Abruzzo, Antonio Carrara sottolineando che "per quanto il protocollo utilizzato riduca al minimo i rischi per l'orso non si possono in ogni caso escludere totalmente. Confermo la piena fiducia nello staff del parco e mi auguro che l'analisi necroscopica possa fare piena luce sulle cause di morte". Il Protocollo di cattura, precisa il Parco, "è ampiamente collaudato dagli anni '90". Il fatto della notte scorsa è avvenuto in un sito di cattura nel Comune di Lecce nei Marsi (L'Aquila), allestito da febbraio scorso con 'Tube trap', messo a disposizione dai Carabinieri Forestali e controllato con videosorveglianza. La squadra di cattura, allertata dal segnale di allarme collegato al sistema, ha verificato la presenza di un orso in trappola e seguendo il protocollo ha messo in atto le procedure. La carcassa sarà ora trasferita all'Istituto Zooprofilattico per l'accertamento delle cause della morte. Un'informativa è stata inviata al Reparto Carabinieri del Parco, al ministero dell'Ambiente e all'Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra). Per una vicenda del tutto diversa, a Pettorano sul Gizio (L'Aquila), nel settembre del 2014 un orso fu ucciso con colpi esplosi da un fucile da caccia. L'imputato è stato assolto lo scorso 10 aprile.