AOSTA. E’ spuntato di primo mattino dalla galleria sul versante italiano del traforo del Monte Bianco, trasportando un 'caricò di esplosivo, ma come "comitato di accoglienza» ha trovato la polizia. E’ finito a Courmayeur il viaggio di un furgone - un Mercedes sprinter bianco con targa bosniaca - che stava entrando sul territorio nazionale dalla Francia. Non si conosce al momento la destinazione dell’esplosivo.
Alla guida del pulmino c'era un bosniaco incensurato di 56 anni, e quattro connazionali. L’operazione è scattata alle 8 ed è stata condotta dalla squadra mobile di Aosta in collaborazione con la polizia di frontiera e la Digos. Il furgone è stato bloccato nel piazzale del traforo, come per un normale controllo. Ma si è subito capito che la routine c'entrava poco. Gli agenti hanno smontato il furgone pezzo per pezzo: sono bastati pochi minuti per trovare due chili di tritolo, divisi in candelotti e nascosti nel vano dietro l’autoradio, oltre a due detonatori. Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri della polizia, che hanno messo in sicurezza l’esplosivo e lo hanno portato via.
I cinque occupanti del mezzo, posto sotto sequestro, sono quindi stati condotti negli uffici della polizia di frontiera di Courmayeur, dove sono giunti il procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna, e il sostituto procuratore Luca Ceccanti. Gli interrogatori, con l’ausilio di un interprete, sono durati tutto il giorno, in un via vai continuo di funzionari e agenti di pubblica sicurezza. Poche, pochissime, le informazioni trapelate. L’unica certezza è che - secondo gli inquirenti - al momento è escluso qualsiasi collegamento con il terrorismo. L'operazione nasce da un’indagine antidroga, non collegata, della squadra mobile di Milano.
Dai primi accertamenti - secondo quanto si è appreso - sono emerse responsabilità a carico dell’autista, mentre gli altri potrebbero essere all’oscuro di tutto. ma sono ancora molti i dettagli da chiarire. A partire dalla provenienza e dalla destinazione dell’esplosivo, fino al possibile utilizzo.
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