BOLOGNA. Le liti fra carnivori e vegani passano spesso il limite dei toni urbani, ma possono diventare addirittura esplosive quando scoppiano fra le mura domestiche, in convivenze più o meno forzate. Possono risolversi in minacce e denunce, come successo a Modena dove un confronto un po' troppo acceso fra una madre e una figlia è finito davanti al giudice.
Nello stesso appartamento, infatti, abitano una orgogliosa esponente della tradizione culinaria emiliana e una figlia vegana. La donna, di 68 anni, è quella che da queste parti si chiama 'rezdora', ovvero una casalinga 'reggitrice' che tira la sfoglia a mano e si alza presto la domenica mattina per preparare il ragù secondo i rigorosi dettami della tradizione che prevede una precisa scelta di carni e di odori e una cottura lenta. La figlia, 47 anni, disoccupata, si è trovata costretta a vivere con la madre della quale non solo non condivide la passione per la cucina tipica, ma ha maturato convinzioni alimentari diverse, abbracciando la filosofia vegana.
La convivenza fra le due, secondo quanto ricostruito, non era semplice, ma il principale motivo di scontro aveva a che fare proprio con la cucina. Così, mentre la madre stava facendo cuocere a fuoco lento la sua specialità spargendo per casa quello che gli amanti della cucina emiliana definiscono un "buon profumo", la figlia, disgustata da quell'odore di carne e dall'idea della sofferenza animale che l'ha prodotto, l'ha affrontata con un coltello.
"Adesso ci penso io a farti smettere - ha esclamato, come si legge nella denuncia - se non la pianti di fare il ragù ti pianto un coltello nella pancia". La madre, estenuata dalle frequenti liti, l'ha così denunciata. Il caso, visto il contesto nel quale si è sviluppato, è stato considerato dagli inquirenti come una minaccia semplice ed è così finita, per competenza, sulla scrivania del giudice di pace.
Nei giorni scorsi, come racconta la Gazzetta di Modena, si è celebrata la prima udienza per quella denuncia relativa a due anni fa. Il giudice Nadia Trifirò ha fissato una nuova udienza per giugno dove, come prevede l'ordinamento, ci sarà un tentativo di conciliazione per evitare di arrivare a una sentenza. Un tentativo che, considerando i toni con i quali si confrontano di solito vegani convinti e carnivori irriducibili, non si prospetta come un compito semplicissimo per il giudice modenese.
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