TORINO. La Francia ha sospeso i controlli alla frontiera di Bardonecchia in attesa che si faccia chiarezza sull'incidente della sera del 30 marzo, quando un gruppo di agenti delle Dogane hanno fatto irruzione in un locale in uso a una Ong per sottoporre un nigeriano a un prelievo di urine.
«I doganieri non hanno fatto nulla di illegale» assicura il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, il quale però aggiunge di aver chiesto di «sospendere il funzionamento" dell’accordo transnazionale fra i due Paesi in vista «di una mia visita al governo di Roma». «L'Italia - ha poi sottolineato - è una nazione sorella».
A Torino la procura ha aperto un’inchiesta con delle ipotesi di reato che sembrano indicare una direzione ben precisa: abuso in atti di ufficio, concorso in violenza privata, concorso in violazione di domicilio. Il procedimento per ora è a carico di ignoti perché gli agenti francesi non sono stati identificati. Si valuterà anche l’eventuale sussistenza della «perquisizione illegale».
Il procuratore capo Armando Spataro, il magistrato del caso Abu Omar, ha preso l’iniziativa dopo una primo rapporto del Commissariato di Bardonecchia della Polizia di Stato, cui seguirà in tempi rapidi una dettagliata informativa della Questura torinese. Nel frattempo ha già ordinato di acquisire documenti e di ascoltare i testimoni.
L’Asgi (associazione studi giuridici sull'immigrazione) ribadisce che con l’azione delle Dogane «sono state palesemente violate» le procedure e i limiti specifici fissati per gli interventi francesi in territorio italiano. Le norme di riferimento - spiegano i giuristi - sono l’accordo di Chambery del 1997, il trattato di Prum del 2005 (ratificato dall’Italia nel 2009) e l’accordo italo-francese del 2012 (esecutivo dal 2015) sulla cooperazione bilaterale per l’esecuzione di operazioni congiunte di polizia.
Secondo l’associazione, inoltre, il prelievo delle urine sul migrante è stato eseguito violando il codice di procedura italiano.
Sul caso è intervenuto il senatore Maurizio Gasparri (Fi). "Alla Francia - dice - facciamo tutte le rimostranze dovute. Ma poi ripristiniamo legge e ordine in casa nostra: Bardonecchia è un punto di transito per i clandestini e, di fatto, Ong e altre realtà supportano questo transito illegale».
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