Lunedì 23 Dicembre 2024

La Saguto ancora malata, il Csm la sentirà in videoconferenza

Silvana Saguto

ROMA. Ha presentato un nuovo certificato di malattia al Csm, davanti al quale è sotto procedimento disciplinare, Silvana Saguto, l’ex presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, accusata in un processo in corso a Caltanissetta di corruzione e abuso d’ufficio. Una patologia che le impedirebbe di viaggiare.   La Sezione disciplinare del Csm ha rinviato al 29 marzo la ripresa del processo, con la Saguto che potrà rendere dichiarazioni spontanee in video-conferenza. La decisione è stata presa dopo l’esito della perizia sulle condizioni di salute del magistrato: il medico incaricato ha infatti sostenuto che in base alla certificazione Saguto, pur essendo impossibilitata a viaggiare, è in condizioni di partecipare all’udienza.  Anche gli altri procedimenti collegati, a carico degli altri magistrati coinvolti nella vicenda, sono stati aggiornati al 29 marzo. Oggi doveva essere l’ultima udienza di questo procedimento dove la Saguto deve rispondere di una gestione disinvolta dei patrimoni di Cosa Nostra attraverso assegnazioni di incarichi a un ristretto giro di fedelissimi da cui avrebbe ricevuto "indebiti vantaggi» per sé e i suoi familiari. L’accusa ha chiesto per lei la pena massima: la rimozione dall’Ordine giudiziario. Già nella scorsa udienza Saguto non si era presentata e aveva mandato un certificato medico che attestava il suo ricovero in una struttura sanitaria. Il Csm però ,dopo aver disposto una visita fiscale, non aveva ritenuto che si trattasse di un impedimento assoluto. Nel caso stavolta venisse accertato un impedimento assoluto, il rappresentante della Procura generale della Cassazione, Mario Fresa, ha già proposto alla Sezione disciplinare due opzioni: disporre la videoconferenza per la prossima udienza o in alternativa celebrare il giudizio a Palermo.  Al procedimento a carico di Saguto ne sono legati altri quattro che riguardano magistrati coinvolti a vario titolo nella vicenda. Anche uno di loro, Guglielmo Muntoni, presidente di sezione al tribunale di Roma, non si è presentato e ha mandato un certificato medico.

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