ROMA. I volti sono oscurati, le voci camuffate, ma l'accusa è chiara: ''Il regista è Fausto Brizzi''. Dieci delle testimonianze raccolte dalle Iene nell'inchiesta su violenze e abusi nel mondo del cinema italiano chiamano in causa il cineasta romano, che nei giorni scorsi era uscito allo scoperto per difendersi dai sospetti, sostenendo di non aver ''mai avuto rapporti non consenzienti''.
Una presa di posizione che Brizzi ha ribadito anche ieri in tarda serata, in una dichiarazione diffusa dal suo legale Antonio Marino, dopo la puntata del programma di Italia 1 che ha rimesso in fila in una sequenza scioccante le denunce, facendo per la prima volta il nome del regista. E l'autore dell'inchiesta, Dino Giarrusso, spiega che ''delle decine di mail'' arrivate poi in redazione da altre attrici pronte a vuotare il sacco, ''una gran parte riguarda ancora una volta Brizzi''.
''Non vogliamo accanirci su uno solo, non avrebbe senso, i personaggi coinvolti sono molti più di uno - premette Giarrusso - . Lui ha subito replicato, noi vogliamo credergli, ma il racconto di dieci attrici, che pure non si conoscono fra di loro, si somiglia in maniera impressionante''. Le uniche due persone intervistate dalle Iene che non hanno chiesto la riservatezza sono Clarissa Marchese, Miss Italia 2014, e la modella Alessandra Giulia Bassi.
Le altre compaiono con i volti oscurati e i loro nomi non vengono resi noti. Nelle testimonianze, la descrizione dello ''studio adibito a casa'' dove le ragazze venivano invitate per i provini, i primi approcci, i tentativi di ''fare i massaggi'', le insistenze, ''il contatto fisico sempre maggiore'' e poi ''i modi sempre più aggressivi''.
Secondo alcuni racconti, il regista ''si è spogliato completamente nudo'' e ha tentato approcci sempre più pesanti. Alcune raccontano di aver ''opposto resistenza'', un'altra dice di essere stata costretta a un rapporto sentendosi ''immobilizzata: non capivo più niente''. Oltre a testimoniare il ''disagio'' per le violenze subite, le attrici ascoltate dalle Iene spiegano perché non hanno denunciato prima l'accaduto: ''Non ho avuto il coraggio di dirlo alla mia famiglia - rivela una di loro - l'ho detto solo a mia madre, ma ho pensato: se lui ci denuncia non abbiamo tutti questi soldi per pagare la causa''.
Un'altra: ''Mi vergognavo come una ladra, avevo paura di non essere creduta''. Un'altra ancora: ''Alcuni addetti ai lavori mi hanno consigliato di non fare azioni legali''. Giarrusso sottolinea di aver provato a mettersi in contatto con Brizzi per offrirgli la possibilità di dire la sua: ''Lo abbiamo cercato in ogni modo, al telefono, allo studio. Siamo pronti ad ascoltarlo in ogni momento, ma siamo pronti ad ascoltare anche tutte le altre ragazze che hanno subito molestie da qualsiasi regista o produttore di cinema o tv''.
Sul fronte italiano dello scandalo che sta sconvolgendo mezzo mondo intervenuto anche Dario Argento: ospite di Domenica in, racconta che la figlia Asia, tra le prime a denunciare le violenze subite dall'ex boss della Miramax Harvey Weinstein e non solo, oggi ''ha paura, non esce più di casa per timore degli agenti del Mossad (assoldati dal produttore Usa, ndr): questa è gente che spara, che minaccia. Asia teme per la vita sua e dei suoi figli. Ma non si è pentita, anzi è sempre più convinta''.
L'attrice, che era intervenuta contro Brizzi e la sua annunciata difesa legale (''Querelaci tutte, non ci fai paura''), stasera chiosa su Twitter: "Fausto Brizzi identificato dalle Iene: è lui il Weinstein italiano, un uomo privo di morale, nemico della società. E' arrivato il momento - imperativo - per le coscienze di tutte le donne (dove siete, attrici italiane?), di smettere di prendere le parti del predatore".
Caricamento commenti
Commenta la notizia