ROMA. Lesioni e violenza privata aggravate dal metodo mafioso. Di questo dovrà rispondere Roberto Spada, l'esponente dell’omonimo clan di Ostia fermato ieri per aver pestato il giornalista Rai Daniele Piervincenzi ed il suo operatore, Edoardo Anselmi. Secondo chi indaga, la plateale aggressione di tre giorni fa, davanti a testimoni e telecamere, sarebbe stata anche un modo da parte di Spada di riaffermare il predominio sul suo territorio, quella Nuova Ostia abbandonata a se stessa, sommersa da degrado e illegalità. «Non vi fate più vedere qui», le minacce alla troupe televisiva. Una «intimidazione - secondo gli inquirenti - propria delle organizzazioni mafiose». Con lui, secondo quanto ricostruito, c'era anche quello che viene considerato il suo guardaspalle che ora gli inquirenti stanno cercando di individuare e rintracciare. Oggi i pm Giovanni Musarò ed Ilaria Calò, titolari degli accertamenti su Roberto Spada, portato nel carcere di Regina Coeli, chiederanno la convalida del fermo al gip, mentre sabato, probabilmente, dovrebbe esserci l’interrogatorio di garanzia. "Il fermo di Roberto Spada - il commento del ministro dell’Interno, Marco Minniti - è la dimostrazione che in Italia non esistono zone franche". L’esponente del clan criminale, che fino a due giorni fa era ancora nella sua palestra di via Forni, è stato prelevato ieri dai carabinieri dalla sua abitazione. Entrando in auto, qualcuno dalle finestre dei palazzi vicini ha insultato i giornalisti chiamandoli «avvoltoi». L’amara conferma di quanto registrato anche sui social network, dove in molti hanno espresso solidarietà a Roberto Spada. «Ho provato orrore nel leggere quei commenti», il triste messaggio della sindaca Virginia Raggi che ha lanciato oggi l’hashtag #FuoriLaMafiaDaRoma. Il mondo politico e le istituzioni in coro hanno chiesto una «punizione esemplare», con il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha ammesso quanto «quel territorio abbia bisogno ancora di essere oggetto di attenzioni, di misure significative che abbiamo preso e continueremo a prendere con particolare incisività». Il decimo Municipio è stato il primo nella storia della Capitale ad essere stato commissariato per mafia in seguito allo scandalo del Mondo di Mezzo, nel quale era finito anche il minisindaco del Pd, Andrea Tassone, successivamente arrestato. Il prefetto Domenico Vulpiani, per quasi 24 mesi commissario sul litorale, ha spiegato che sarebbero serviti altri «dieci anni di commissariamento». «E' come se fosse cessata la tregua che abbiamo avuto in due anni - ha spiegato -. Pensavamo anche che fosse migliorata la situazione ma in realtà hanno aspettato forse la nostra scadenza». L’aggressione di Ostia potrebbe avere anche ripercussioni sportive su Roberto Spada, che gestisce proprio una palestra di pugilato. La procura della Federboxe ha aperto un’inchiesta, al termine della quale saranno presi i provvedimenti necessari. Numerose le manifestazioni antimafia promosse nei prossimi giorni. Oggi reporter e cameraman si troveranno in via Forni "per intervistare gli Spada e chiedere al quartiere la loro opinione". Domani pomeriggio, invece, associazioni e istituzioni saranno alla stazione Lido Centro per un corteo apartitico, rilanciato dalla sindaca Virginia Raggi e al quale mancherà il Pd e, forse, anche parte del centrodestra. Di certo non sarà in piazza Casapound, che in questi giorni ha dovuto respingere le accuse di vicinanza al clan Spada e oggi ha invitato i suoi elettori a non votare al ballottaggio del 19 novembre. "Chiediamo alla magistratura che apra un fascicolo su di noi - la provocazione del vicepresidente, Simone Di Stefano - per appurare se esistono rapporti criminosi tra noi e gli Spada; chiediamo anche un’inchiesta parlamentare per tirare fuori la verità su questa vicenda".