PALERMO. Circa 11mila arrivi di migranti via mare negli ultimi tre mesi, contro i quasi 70mila dello stesso trimestre del 2016. Un calo significativo, certificato dall'agenzia europea Frontex: sono diminuiti di oltre due terzi i migranti sbarcati in Italia attraverso il Mediterraneo centrale nel solo mese di settembre rispetto allo stesso periodo 2016.
Se l'analisi viene estesa all'intero 2017 il decremento è del 21%: dal primo gennaio al 17 ottobre, infatti, nel 2016 gli arrivi erano stati 146mila. Nei primi nove mesi di quest’anno, invece, 110mila. L'inversione di tendenza è anche frutto delle nuove misure partorite dal ministro Minniti e dall'"ostracismo" nei confronti delle ong. Mediterraneo sempre più off limits per loro.
Inchieste, nuove regole, il freno alla partenze dalla Libia hanno limitato l'attività delle navi. Dopo il sequestro della Juventa, della tedesca Jugend Rettet ferma da quasi tre mesi nel porto di Trapani, l'ultimo caso riguarda la Vos Hestia di Save the children, ieri rivoltata come un calzino durante una perquisizione. La ong ha ora annunciato di aver sospeso l'attività di soccorso, chiaro segnale che il Mediterraneo è ormai il luogo della ritirata.
Una conseguenza dell'offensiva contro le organizzazioni partito lo scorso febbraio dall'inchiesta sui salvataggi del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il quale in audizione al Comitato Schengen non aveva nascosto i suoi sospetti alzando un polverone. "La presenza di ong provoca uno scacco all'attività di contrasto agli organizzatori del traffico di migranti - aveva detto -. L'intervento immediato delle loro navi rende infatti inutili le indagini sui 'facilitatori' delle organizzazioni criminali".
Ma a staccare la spina alle ong, a fine luglio, è stata l'iniziativa del ministro dell'Interno, Marco Minniti, che ha varato un Codice di regolamentazione restrittivo per le organizzazioni, alcune delle quali - come Medici senza frontiere - si sono rifiutate di firmare.
Al resto hanno pensato le autorità libiche che si sono impegnate a bloccare le partenze, con la locale guardia costiera intransigente sugli sconfinamenti dei mezzi delle ong in acque libiche. Ed ecco che un mese fa Moas ha deciso di sloggiare dal Mediterraneo e trasferire la sua attività nel sud-est asiatico.
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