MAZZARINO. Le “false verità” dei pentiti e le contraddizioni, pure clamorose, di due diverse sentenze divenute già definitive. Sullo sfondo delle due facce della stessa medaglia v’è la strage di Vittoria ed i processi d’appello che si stanno celebrando. Uno, quello con rito ordinario, a carico del presunto boss di Mazzarino Giuseppe Selvaggio, ritenuto tra i mandanti della carneficina di San Basilio e di Claudio Calogero Cinardo, pure lui mazzarinese e già assolto per la strage ma non per mafia. Il primo (difeso dall’ avvocato Ernesto Brivido) in Assise è stato condannato a 18 anni sia per strage che per associazione mafiosa. L’altro, Cinardo (difeso dagli avvocati Mario Brancato e Rocco Di Dio), sempre in primo grado è stato assolto per l’eccidio «per non avere commesso il fatto» e condannato a 3 anni per mafia. E in appello la procura generale di Catania ha già proposto l’ergastolo per Selvaggio e la pena a 3 anni per associazione mafiosa, come in primo grado, per Cinardo.