
FIRENZE. Occorrerà ricominciare da capo il processo d'appello a Firenze per la strage del rapido 904 che vede come unico imputato Totò Riina.
Il processo è stato infatti rinviato a data da destinarsi per l'imminente pensionamento del presidente della corte Salvatore Giardina, previsto per i primi di ottobre. Sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che era stato deciso di interrogare in appello.
La corte, nell'udienza di oggi, stabilito il rinvio per consentire il completo svolgimento della nuova istruttoria, che l'attuale collegio giudicante non avrebbe potuto portare avanti a causa dell'imminente pensionamento del giudice.
Totò Riina in questo processo era stato assolto in primo grado, sentenza avverso la quale la pm Angela Pietroiusti aveva deciso di ricorrere in appello. Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio a data da destinarsi è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all'articolo 603 del codice di procedura penale - riforma Orlando - che impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell'istruttoria.
Riina si era predisposto a seguire l'udienza in barella, in videoconferenza dal carcere di Parma dove si trova detenuto. Accanto a lui, in collegamento dal penitenziario, anche il suo legale Luca Cianferoni. Per la strage del Rapido 904, nella quale trovarono la morte 16 persone e 260 rimasero ferite, ci furono a suo tempo condanne, tra cui quella si Pippo Calò, uno dei fedelissimi del boss Riina.
"La necessità di rinnovare il dibattimento in caso di appello del pm contro una sentenza fondata su prove testimoniali discende da una consolidata giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ampiamente recepita dalla Corte di Cassazione già prima della modifica legislativa dello scorso luglio, che ha semplicemente adeguato la formulazione della norma. Non vi è stato perciò alcun imprevedibile rallentamento del processo a seguito dell'entrata in vigore della recente riforma". Lo precisa il ministero della Giustizia
Persone:
9 Commenti
antonino d'aleo
04/09/2017 12:58
V E R G O G N O S O !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! sperperare Tempo e Denaro della P.A è ormai diventata una consuetudine Incresciosa.
Roberto 1
04/09/2017 13:13
Ma di che cosa vogliamo discutere a sentire una notizia del genere??? ricomincia da capo e siccome non basta l' arretrato che c'e' si continua a farne altro.
Giuseppe
04/09/2017 13:15
Riina non vali niente !!! Tu e tutti quelli che sono stati vicini a te!!! E non aggiungo altro perché è solamente tempo sprecato!!!
Aldo
04/09/2017 13:40
Non capisco perchè rifare un lavoro già fatto!!! Il precedente Presidente dovrebbe lasciare documentazione e valutazioni al suo successore. Ricominciare è una follia !!! Se serve una Legge che venga approvata subilto!!! Vergogna !!!!
222
06/09/2017 05:54
Evidentemente non hai letto bene : lo impone la legge . . .
Bastaaa
04/09/2017 15:06
Prevedere un "Presidente supplente" come per il maxiprocesso, era un'idea troppo intelligente? Il procedimento meritava maggiore attenzione da parte dei vertici della magistratura e del csm. E il nostro ministro gironzola tra una scissione, un referendum ed un'elezione: ma chi é il ministro della giustizia???
chucko
05/09/2017 10:05
Uno che non è neppure laureato,,,,
222
06/09/2017 05:57
Uno che di cognome fa Orlando . . . . Invece di indignarsi bisogna imparare a votare .
Gela75
05/09/2017 08:16
La burocrazia è il male di tt Italia, xke fare tanti passaggi quando ne basterebbe uno.
honhil
05/09/2017 09:01
Ciò poteva capitare soltanto nel mondo delle toghe, ed è la dimostrazione provata di una disorganizzazione totale. Di un’inefficienza assoluta. Di un menefreghismo cosmico. E fa il paio con una sentenza della Cassazione che è di una mostruosità e un razzismo unici. «L'energia elettrica –sentenzia la Cassazione- non è un bene "indispensabile alla vita" e chi si allaccia abusivamente alla rete sostenendo di non avere i soldi per la bolletta non può essere scusato per aver agito spinto dallo "stato di necessità". Chi ha subito la condanna è «una donna pugliese dichiaratasi sfrattata, senza lavoro e con una figlia incinta. Per l'alta Corte –infatti-, l'elettricità procura "agi e opportunità" ma non averla non mette a rischio l'esistenza». Come le giustifica, l’alta Corte, tutti gli allacci abusivi delle varie etnie disseminate, in lungo e largo per lo Stivale, e tutte quelle altre dei centri sociali? E ancora. Il Quirinale e il CSM e l’Anm come possono giustificare, e fare ingoiare agli italiani, una sentenza che viene condita con il razzismo ideologico?
chucko
05/09/2017 10:05
E la donna è andata in galera? Non credo proprio.
Peppi's
05/09/2017 09:24
Che schifo !! Si deve arrivare al punto di liberarlo ?? Questo si vuole ?
Diego
06/09/2017 08:12
Instanto la continuazione del processo dovrebbe continuare senza stipendio al novo giudice e se poi far due tore anni muore l'imputato tutto va archiviato. E viva l'italia