PALERMO. Scatta lo sciopero dei docenti universitari, che si protrarrà fino al 31 ottobre. Una protesta che coinvolge anche la Sicilia, in particolare gli atenei di Palermo, Catania e Messina. Attesi disagi per gli esami della sessione autunnale, che potranno slittare di qualche settimana, almeno quelli relativi alle discipline insegnate dai professori aderenti. A livello nazionale sono oltre 5000 i docenti che hanno deciso di incrociare le braccia. L'iniziativa è stata presa per chiedere che gli scatti stipendiali "bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal primo gennaio del 2015, anziché, come è attualmente, dal primo gennaio 2016 e che "il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal primo gennaio 2015", si legge nel documento di mobilitazione diffuso dal Movimento per la dignità della docenza universitaria - che ha dato il via alla protesta -, controfirmato dagli aderenti e inviato anche al Miur. I professori si asterranno dal primo appello degli esami programmati nel periodo fra il 28 agosto e il 31 ottobre. Tutti gli esami corrispondenti verranno, di conseguenza, spostati all’appello successivo, che si terrà invece regolarmente. Nel caso in cui ci sia un solo appello per materia, come per esempio nel caso dell'Ateneo palermitano, verrà istituito un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero. Non mancheranno dunque i disagi per eventuali slittamenti. C'è preoccupazione tra gli studenti. A Palermo, il rettore Fabrizio Micari ha precisato che i disagi saranno ridotti al minimo. «Come professore non posso che essere d'accordo sulla protesta - afferma il Rettore dell'università di Palermo, Fabrizio Micari -, come rettore però ho il dovere di garantire i servizi agli studenti ed in particolare a tutti i laureandi. Ci impegneremo a ridurre al minimo i disagi per i ragazzi, aiutati in tal senso dal fatto di avere un solo appello a settembre a Palermo, che deve essere garantito comunque anche secondo le "regole" dello sciopero. Mi sento quindi di assicurare gli studenti che gli appelli e le sessioni di laurea saranno garantite».