AGRIGENTO. Montagne di immondizia accumulata nelle periferie di Agrigento, lasciata dagli abitanti dei paesi limitrofi per aggirare la raccolta differenziata che vige da tempo nei rispettivi comuni: una vera e propria discarica a cielo aperto alle porte della città dei templi, proprio nei giorni in cui l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Firetto sta per passare (gradualmente) dal servizio di raccolta stradale tramite cassonetti alla differenziata «porta a porta». L’ennesimo allarme nella cronica gestione emergenziale del sistema rifiuti nell’Isola arriva da Monserrato, frazione agrigentina di quattromila anime confinante con Porto Empedocle, dove i residenti hanno documentano l’inciviltà dei «vicini» con tanto di foto postate su Facebook.
Ma episodi simili sono stati registrarti anche in quartieri non lontani dal centro storico (dove la differenziata partirà a settembre) e già prima del periodo critico di Ferragosto, quando la quantità di rifiuti aveva sfiorato un rialzo di circa otto tonnellate. E quello di Agrigento non è certo un caso isolato, perché a destare preoccupazione ci sono anche i dati che arrivano da Trapani, dove nel giro di nove anni i rifiuti raccolti sono aumentati di circa il 20% a fronte di un calo della popolazione, il tutto in coincidenza con l'avvio della raccolta differenziata porta a porta nei paesi limitrofi. A sottolinearlo, in una lettera inviata al commissario straordinario del comune Francesco Messineo, è Carlo Guarnotta, amministratore delegato della Trapani Servizi, la società partecipata al 100% dal Comune di Trapani che gestisce il ciclo della spazzatura in città, oltre che la discarica di Borranea.
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