TRIESTE. Fumare non solo fa male alla salute, ma alleggerisce pure il portafoglio. Lo sa bene l'automobilista triestino che si è visto comminare una multa da 110 euro, per aver acceso una sigaretta mentre era al volante, con a bordo il proprio figlio piccolo.
Un gesto compiuto probabilmente molte volte, in barba alla salute del ragazzino e in barba alla legge, che dal 2 febbraio 2016 vieta il fumo in auto, ma soltanto qualora nell'abitacolo si trovino minori e donne in gravidanza.
Il divieto vale sia per il conducente, sia per i passeggeri: la multa minima è di 55 euro, raddoppiata nel caso in cui l'illecito sia commesso in presenza di un bambino di età inferiore ai 12 anni, come è successo a Trieste.
L'uomo - riferisce la polizia municipale - è stato fermato per un normale controllo, mentre conduceva la sua Peugeot fumando una sigaretta in compagnia di moglie e figlio. I vigili gli hanno così notificato la sanzione. L'autista stupefatto ha ammesso di essere ignaro dell'esistenza della legge, accettando il verbale senza protestare.
Nonostante sia in vigore da un anno e mezzo, il divieto è sconosciuto ai più in Italia. Multe spiccate per questo genere di infrazione sono pochissime e hanno già in passato portato a sanzioni, come quelle comminate quest'anno a Genova e Trento, nel primo caso per una sigaretta accesa dalla madre che accompagnava il figlio a un torneo di calcio, nel secondo per una fumatina fatta in presenza di una donna incinta.
Episodi che hanno suscitato stupore, curiosità e interesse nonostante si tratti niente più che dell'applicazione della legge. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza (Forza Italia), si stupisce dello stupore: "Le leggi vanno osservate - dice - finiamola con lo scalpore che sorge quando si applicano le norme. Mi chiedo perché non si diano le multe a chi guida con lo smartphone".
L'assessore leghista alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, sposta la questione sul piano della geografia: "Pochissime sanzioni del genere sono state date in Italia. Evidentemente ci sono luoghi più sensibili di altri al rispetto delle regole".
Roberti ricorda poi che "a Trieste il divieto di fumo è esteso a tutti i giardini pubblici, perché ci sono ragazzi". Tutela della salute e un certo compiacimento asburgico, nella città che da una decina d'anni punisce con multe da 500 euro chi fa pipì per strada e la cui amministrazione comunale ha dichiarato guerra ai writers e ai rumori notturni, prevedendo e comminando multe a chi è sorpreso a bivaccare in strada, ai parcheggiatori abusivi e ai clienti di prostitute.
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