ROMA. Nel suo cellulare aveva foto erotiche di donne ma anche quella dal «contenuto macabro» di un ragazzino "nell’atto di tagliarsi il pene con un coltello". Per questo tipo di immagine conservata nella memoria del telefonino, un migrante ghanese sbarcato a Lampedusa e portato in un centro di accoglienza a Verona, è stato condannato a otto mesi di reclusione e alla multa di 1200 euro per possesso di immagini pedopornografiche anche se lo scatto non rappresentava un minore in atteggiamenti di coinvolgimento erotico. Gli 'ermellini' hanno condiviso il giudizio della Corte di Appello di Verona che ha trovato l’immagine del minore di «contenuto decisamente erotico e licenzioso, oltre che sadico, idoneo a far venire meno il senso della continenza sessuale e ad offendere il pudore, oltre che scatenare paralleli pensieri macabri, ovviamente in soggetti attirati da pratiche sessuali deviate». L’uomo, Reuben Wood di 30 anni, era stato 'scoperto' perché aveva appena utilizzato il telefonino per scattare delle fotografie a delle assistenti di polizia impegnate a prendere le impronte dattiloscopiche ad altri migranti. «Il rinvenimento nella memoria di altre immagini ritraenti donne maggiorenni in atteggiamenti erotici, il dedotto possesso del cellulare da giorni prima e la dimestichezza con cui l’imputato aveva maneggiato il dispositivo proprio per scattare le foto alle assistenti di polizia, costituiscono le premesse - spiega la Cassazione nel verdetto 38651 depositato oggi - utilizzate dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Verona per disattendere la tesi difensiva della detenzione inconsapevole del materiale pedopornografico in conseguenza di scambi/cessioni di cellulare effettuate all’interno delle strutture deputate ad accogliere i migranti extracomunitari». Il ricorso del ghanese è stato dichiarato inammissibile con condanna al pagamento di duemila euro di spese di giustizia.