ROMA. Alla vigilia degli 80 anni, che avrebbe compiuto il 30 dicembre del 2012, Paolo Villaggio, parlava con l'ANSA in questa intervista in cui spiegava di non aver paura della morte ''perche' ho il sospetto di sopravvivere'', diceva.
Ecco il testo dell'intervista: ''Non sopporto le emozioni, devo fingere i sentimenti e non sono mai riuscito a piangere in vita mia, forse per autocontrollo'' spiega in un'intervista all'ANSA Villaggio che quest'anno ha ricevuto il Premio Gogol per aver creato il personaggio di Fantozzi e vanta riconoscimenti come il Leone d'Oro alla carriera, il Pardo d'Onore e il David di Donatello.
Neppure il futuro preoccupa Villaggio - che e' stato impiegato all'Italsider, si e' fatto notare negli anni '60 sulla ribalta del cabaret per poi passare in radio e tv - perche' ''per me sara' di tre, quattro anni'' dice. E poi con con quel tono strampalato, surreale come la sua comicita', racconta che in realta' sta vivendo questi 80 anni ''misteriosamente. Non pensavo di arrivarci lucidissimo. Vorrei avere la forza fisica di Totti, l'attivita' sessuale di Fabrizio Corona e le sue fidanzate e dormire meglio la notte''.
Fra i desideri: ''andare nella mia casa in Corsica con Penelope Cruz che e' di una simpatia atroce. Oppure con Mario Monicelli, che purtroppo non c'e' piu', o con il mio fratello gemello Piero che e' un grande matematico, vive negli Stati Uniti, e sono 4 anni che non lo vedo''.
Con lui, Villaggio festeggera' il compleanno ma nel 2013. ''Venerdi' 18 gennaio a Palazzo Tursi, a Genova, dove sono nato, ci sara' una grande festa con 100 invitati. Parteciperanno Paolo Fresco, Renzo Arbore, Giuliano Montaldo, Dori Ghezzi, Gino Paoli e, incredibile a dirsi, Renzo Piano che non va mai a nessun evento e che ci lusinga con la sua presenza. Visto che ci sono molti anziani farei un anticipo di commemorazione mia, di mio fratello e di una quarantina di persone che mi sembrano cagionevoli di salute. Se la prendi per il verso giusto, e' un'occasione perche' sara' l'ultima volta che ci vediamo in cento'' racconta Villaggio che e' indeciso sull'abito da indossare.
''Non so se mettere un cappottone di pelliccia oppure mi vesto come Silvio Berlusconi. Mio fratello che crede di essere del 1933 e invece siamo nati a due ore di distanza, il 30 dicembre del 1932, e' capace di venire in sandali con i jeans strappati come i giovani Fantozzi di oggi. Ha l'arroganza di Marchionne che ha cento maglioni e viene sempre vestito male''.
Del suo 'Fantozzi, rag.Ugo' - lo sfigato impiegato di mezza tacca, entrato nella Treccani, portato in scena la prima volta a 'Quelli della domenica', a cui ha dedicato sette libri, una biografia e dieci film - dice che oggi la sua ''comicita' strampalata, surreale, che negli anni '70 non veniva capita, e' diventata d'attualita'. Lo adorano i bambini di 3-5 anni''.
E i ''quarantenni, cinquantenni sconfitti di oggi mi ringraziano - aggiunge - per averli liberati dall'incubo di sentirsi soli''. La trilogia Rizzoli, che raccoglie per la prima volta in un unico volume: 'Fantozzi', 'Il secondo tragico libro di Fantozzi' e 'Fantozzi contro tutti', con in appendice le parole del mondo fantozziano: ''e' il libro piu' importante per me perche' condensa la mia vita'' sottolinea Villaggio. Ma chi sono i Fantozzi di oggi? ''Hanno fra i 25 e i 40 anni, con capelli alla Balotelli, orecchini, tatuaggi, jeans stracciati.
Sono presenzialisti, non hanno una lira in tasca. Prendono droghe, dalla cocaina a quelle nuove. Sono disperati, non vedono un futuro. Al massimo sono precari mentre Ugo Fantozzi aveva lo stipendio fisso. La loro situazione e' tragica e lo sara' sempre di piu'. Per loro sarebbe stata ideale la fine del mondo dei Maya'' dice Villaggio che si era preparato alla grande catastrofe. ''Ho pensato che in quel caso bisognava mandare un missile extragalattico con le nostre testimonianze piu' gloriose. A questo mi ispiro nel mio spettacolo 'Anche la corazzata Potemkin e' affondata' che andra' in scena a Roma a meta' gennaio'' racconta. Ovviamente chiedera' al pubblico: ''lo mettiamo Fantozzi nel missile? E tutti diranno di si' perche' sono ipocriti'' conclude.
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