Martedì 05 Novembre 2024

Roghi, Sicilia orientale devastata
E dopo il fuoco ecco le polemiche

Incendio a Chiaramonte Gulfi

PALERMO. Boschi, campagne, aziende agricole divorate dalle fiamme. Ettari ed ettari di territorio distrutti da vari incendi che hanno messo in ginocchio la Sicilia orientale, dal Messinese al Ragusano. Danni da milioni di euro, persone che hanno perso la fonte del proprio sostentamento, case di riposo per anziani evacuate, persone intossicate dal fumo e le polemiche che puntano il dito sul governo siciliano e sui ritardi nella programmazione delle campagne antincendio. Ed è scontro tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Chiaramonte Gulfi, aziende e pineta distrutti A Chiaramonte Gulfi è stata evacuata una casa di riposo che ospita 21 anziani, trasferiti in una struttura messa a disposizione dal Comune, e molte persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione. Non si registrano danni a persone, ma ingenti sono quelli alle strutture. Inoltre è andata in fumo gran parte della pineta: «I danni ambientali sono incalcolabili», dice affranto Gianfranco Cunsolo, presidente di Coldiretti Ragusa. Sei aziende zootecniche sono state interessate dall’incendio e tre di queste sono andate completamente distrutte: «La stima dei danni – spiega Cunsolo – è di circa un milione di euro, con almeno una decina di bovini morti». La Coldiretti ha avviato la macchina della solidarietà ed sono in arrivo da tutta la Sicilia fieno e aiuti concreti per gli allevatori colpiti. «Domani a Chiaramonte Gulfi si svolgerà un consiglio straordinario della Federazione Coldiretti di Ragusa - afferma il presidente Gianfranco Cunsolo - per pianificare le azioni di aiuto sia nell’immediato che in futuro». Sotto accusa c’è, in particolare, il ritardo nell’intervento dei canadair, arrivati solo nel tardo pomeriggio. «È l’ennesimo fallimento a cui la Sicilia assiste impotente – afferma Arianna Occhipinti, presidente della Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria - Di fronte a tanta devastazione i responsabili devono essere chiaramente individuati perché non passi il messaggio che nulla cambierà; allo stesso tempo deve essere reso pubblico il piano d’azione affinché questo non accada più. Se tra pochi giorni un incendio di tale proporzioni cade nel dimenticatoio senza nessuna azione concreta significa che a breve saremo condannati a riviverlo. Inquietudine condivisa anche da Slow Food: «Il danno che in poche ore si arreca - dichiara Giancarlo Gariglio, co-curatore della guida Slow Wine - causa una perdita notevole di biodiversità, che difficilmente verrà recuperata. Purtroppo ancora una volta il lavoro instancabile dei molti è mandato in fumo dall’incuria inoperosa dei pochi che governano». Intanto, il presidente Crocetta comunica che martedì mattina incontrerà, insieme al dirigente della Protezione civile, Foti, i sindaci di Chiaramonte Gulfi e di Patti, al fine di avviare insieme provvedimenti finalizzati a garantire gli aiuti necessari alle aziende ed ai territori, colpiti dagli incendi di questi giorni. "La protezione civile - dice Crocetta - è in questo momento accanto ai sindaci per fronteggiare l'emergenza ed effettuare una prima valutazione dei danni. Martedì in giunta, dichiareremo lo stato di emergenza nei territori colpiti". Patti e Sant’Agata, abitazioni evacuate Vigili del fuoco sono stati a lavoro tutta la notte sulle colline tra Patti e Sant'Agata di Militello per spegnere gli ultimi focolai e a mettere in sicurezza la zona, in particolare un'area per la raccolta di rifiuti vicino Patti dopo il devastante incendio che ha colpito ieri quell’area. Anche qui danni ambientali ed economici enormi. Ieri, in piena emergenza, era stata fatta sgomberare, tra l'altro una residenza per anziani di contrada Case Nuove Russo lambita dal rogo. Molte le persone che si sono recate al pronto soccorso per intossicazione da fumo. Avvolto dalle fiamme l'agriturismo Porticella, dove sono morti diversi bovini. Vicino a un resort le fiamme hanno fatto esplodere un bombolone del gas. Decine le abitazioni che sono state evacuate dalle forze dell'ordine. Incendi anche nel Siracusano Decine di ettari di vegetazione, macchia mediterranea ma anche oliveti e campi di frumento in fiamme nella Valle dell’Anapo, in provincia di Siracusa. Squadre dei vigili del fuoco e volontari sono impegnati nell’opera di spegnimento in zone dove i mezzi di soccorso arrivano con difficoltà. Il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato, denuncia una inadeguatezza dei mezzi antincendio. Sul posto è arrivato un elicottero della Forestale, e due canadair. La zona comprende il sito Unesco di Pantalica, e la riserva di Cavagrande tra i territori di Sortino, Ferla e Cassaro. Polemiche per ritardi e mancata prevenzione Sugli incendi è intervenuto il presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Come non rimanere indignati, esterrefatti, sconvolti, di fronte all'enorme incendio appiccato a Patti, dove diverse attività produttive rischiano di chiudere e diversi cittadini di rimanere senza abitazioni. Non esistono parole per descrivere tale orrore praticato coi metodi di sempre: approfittare del vento di scirocco, nel tentativo di far passare atti spesso dolosi, come autocombustioni. La Sicilia delle autocombustioni, quella che noi stiamo combattendo, quella che dobbiamo assolutamente continuare a combattere. Non possiamo accettare con rassegnazione gli incendi dei boschi o delle saracinesche che prendono fuoco: malanni pluriennali che diventano piaghe di un'isola ferita, di cittadini assediati. Continueremo ad essere in prima linea nell'isola più bella del mondo che continua ad essere violentata e offesa da pochi individui dediti alla criminalità». Ma contro il governo regionale sono in molti a puntare il dito. Per Sabina Barresi, Nuccio Massimino e Nino Marino, rispettivamente segretari provinciali Fai Cisl, Flai Cgli e Uila Uil di Messina «il governo regionale avrebbe potuto, a prescindere dai ritardi dell’approvazione del bilancio, programmare prioritariamente le risorse per organizzare con uomini, mezzi e attrezzature la campagna antincendio e l’attività di pulizia dei viali parafuoco fin dai primi mesi dell’anno, invece ha lasciato i territori sguarniti di ogni risorsa nell’impossibilità di potere anche solo minimamente far fronte alle più elementari esigenze organizzative e di manutenzione. Non si ritiene che sia importante solo attenzionare i risultati di questi disastri ambientali ma che sia più utile far comprendere la necessità che non solo è ragionevole, ma è anche indispensabile programmare e finanziare in tempo le attività di prevenzione incendi e di manutenzione del territorio. Oggi è fin troppo facile accusare di latitanza la politica e la burocrazia, - concludono - ma il disastro ambientale avvenuto nella provincia di Messina deve far emergere nella coscienza di chi è preposto a sovrintendere questa importantissima attività, che bisogna far in modo che ciò non avvenga mai più perché non vi può essere risarcimento alcuno, né individuazione di responsabilità, che possano ripagare la distruzione di vaste aree del nostro territorio con un danno socio ambientale immenso». A Chiaramonte Gulfi sotto accusa il ritardo dei canadair intervenuti solo nel tardo pomeriggio a causa del fatto che la Sicilia non dispone di una pattuglia autonoma. Il sindaco di Chiaramonte Gulfi, Iano Gurrieri, ha annunciato di voler sollevare a livello istituzionale la questione lunedì, in occasione di un vertice in prefettura. «Il conteggio è ancora sommario, ma il vero disastro riguarda l’assoluta mancanza di soluzioni - dice Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia - Qualcuno in questa Regione deve assumersi la responsabilità della tragedia degli incendi. Se ci sono piromani devono andare in galera, ma non è possibile che ogni anno si ripeta la stessa situazione». «Purtroppo in Sicilia i nodi stanno venendo al pettine e a farne le spese sono i cittadini di questi territori martoriati dal fuoco e tutti coloro che sono impegnati nella lotta impari contro il fuoco a rischio anche della vita».  Lo dice Giuseppe Musarra, segretario regionale per la Sicilia del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco. «Paghiamo i prezzo di una regione - aggiunge - che non si è dotata di mezzi aerei di spegnimento incendi e quindi si rischia di dover attendere tempi maggiori per l’invio di velivoli di stato. E paghiamo il prezzo di un Corpo Forestale dello Stato che è stato soppresso dalla sera alla mattina per effetto della legge Madia, ma che aveva un parco elicotteri che sino all’anno scorso veniva usato per l’antincendio mentre quest’anno è stato ripartito tra carabinieri e vigili del fuoco non si ha notizia del come mai tengono fermi quegli elicotteri. L’appello che il sindaco di Chiaramonte Gulfi, Sebastiano Gurrieri ha lanciato al suo omologo di Catania per farsi mandare qualche pompiere in più, la dice lunga in quale condizione disperata siamo». Lo scontro Curcio-Crocetta «Anche la giornata di ieri ha evidenziato, in tutta la sua drammaticità, la grave condizione in cui versano le strutture della Sicilia deputate alla previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e di interfaccia». Così il Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, in una lettera indirizzata al Governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Nel documento, che fa seguito a due precedenti note inviate nel mese di giugno, si sottolinea "come - nonostante la particolare situazione meteorologica in atto e seppure all’origine degli incendi boschivi sia da annoverare la mano dell’uomo che agisce nei territori per dolo o per colpa - ci sia anche l’inadeguata organizzazione della Regione a fronteggiare il fenomeno attraverso una campagna antincendio efficiente. Molte le fragilità del sistema regionale, a partire dalle difficoltà di gestione della Sala operativa unificata - SOUP". "Basta con lo scaricabarile, forse Curcio non conosce la storia. Abbiamo sempre avuto una convenzione con il Corpo forestale dello Stato, dopo che l’hanno smantellato i mezzi dovevano essere trasferiti ai vigili del fuoco. Ho chiesto di rinnovare la convenzione con i vigili del fuoco e aspettiamo una risposta. E di questo ho informato il ministero dell’Interno». Così il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta replica a Curcio.  «Il problema è che si tratta di incendi dolosi - aggiunge Crocetta - la pericolosità della situazione l’ho rappresentata al ministero. In ogni caso la protezione civile in Sicilia sta operando perfettamente».

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