ROMA. La Cgil scende in piazza contro i 'nuovi voucher' introdotti con la manovrina. Dai cortei e dal palco il segretario generale, Susanna Camusso, attacca il governo e la politica, fa appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché è stata "violata la Costituzione", conferma il ricorso alla Consulta e promette che la "battaglia non finisce qui". Dal governo risponde direttamente il premier Paolo Gentiloni, che difende "le nostre decisioni": "Rispetto la manifestazione" della Cgil e "la sua posizione, anche se non la condivido", dice, aggiungendo che "il bersaglio è sbagliato. C'è veramente qualcuno che pensa che questi lavori non avevano bisogno di regole?", domanda il presidente del Consiglio. Il riferimento è alle nuove norme sul lavoro occasionale: il 'libretto famiglia' e il 'contratto di prestazione occasionale' per le microimprese fino a 5 dipendenti. Per Camusso, invece, si è reintrodotta "l'ennesima forma di precarietà, raccontando che è un contratto e, invece, è una pura transazione economica che non prevede alcun diritto per i lavoratori". Lo si è fatto grazie ad "una furbizia" e con uno "schiaffo alla democrazia". Non facendo esprimere i cittadini: "Non si può rubare il voto ai cittadini e il futuro alle ragazze e ai ragazzi del Paese", attacca il numero uno della Cgil, riferendosi al referendum abrogativo che si sarebbe dovuto tenere il 28 maggio, di cui, ribadisce, governo e politica "hanno avuto paura". Scegliendo poi "la strada peggiore" e aprendo un "vulnus" democratico. "Con tutto il rispetto e la misura dovuta, noi suggeriamo al presidente della Repubblica che siamo di fronte ad una esplicita violazione della Costituzione", dice Camusso. La Cgil è tornata in piazza a distanza di poco più di un mese dalla manifestazione del 6 maggio organizzata, allora, per rivendicare il successo per l'abrogazione dei voucher, aboliti a fine marzo con decreto legge. Una scelta, secondo il sindacato, che poi si è tramutata nel modo per far annullare il suo referendum e per reintrodurre subito dopo i voucher attraverso la manovra sui conti pubblici, che giovedì scorso ha avuto l'ok definitivo. Oggi, ad accompagnare la manifestazione nazionale a Roma lo slogan "Rispetto! Per il lavoro, per la democrazia, per la Costituzione". In piazza con la Cgil, anche Articolo 1-Mdp e Sinistra italiana. Mdp non ha partecipato al voto sulla fiducia alla manovrina né alla Camera né al Senato, in dissenso proprio sulla questione voucher. Tra loro al corteo l'ex segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, il coordinatore del movimento Roberto Speranza, che ha parlato di "strappo molto grave" e lanciato un messaggio al governo: "Se non c'é un'inversione di tendenza sul lavoro, noi non ci stiamo. Bisogna cambiare rotta". "Ora basta, torniamo sui diritti del lavoro", ha detto Bersani. Epifani ha parlato di "trucco" usato dal governo, "ora bisogna tenere la schiena dritta". In una nota, invece, Massimo D'Alema sottolinea che la manifestazione della Cgil "è la giusta risposta del mondo del lavoro alla vergognosa vicenda voucher". "Avete cambiato le norme, ma non la schifezza che sono", attacca ancora Camusso dal palco di piazza San Giovanni, dove i due cortei si sono ricongiunti e dove si è tenuto l'intervento conclusivo. Quella della manifestazione è stata l'occasione per intervenire anche sul tema dello sciopero, dopo il venerdì nero dei trasporti per lo stop proclamato da alcuni sindacati autonomi e di base e dopo le parole del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio: "Il tema non è quello della legge e del diritto di sciopero che va salvaguardato, ma che finalmente il Governo si decida a fare la legge sulla rappresentanza" e "farla su sindacati e imprese", chiede Camusso.