PALERMO. Il gip di Palermo ha accolto la richiesta dei sostituti procuratori di Palermo Maurizio Agnello, Sergio Demontis e Luca Battinieri e ha archiviato le posizioni di 45 deputati ed ex capigruppo all'Ars. I pm, rilevato che non c'è dolo, avevano chiesto di chiudere l'indagine sulle cosiddette spese pazze all'Assemblea regionale siciliane nella precedente legislatura (dal 2008 al 2012). I deputati hanno dichiarato di aver speso i soldi dei gruppi parlamentari per finalità politiche e istituzionali. Escono dall’inchiesta l’attuale presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone, l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e l’assessore regionale all’Agricoltura in carica Antonello Cracolici. Archiviate anche le posizioni di Roberto Ammatuna, Pino Apprendi, Giovanni Barbagallo, Marcello Bartolotta, Vincenzo Barbaro, Francesco Cascio, Giuseppe Cipriani, Salvatore Coppolino, Roberto De Benedictis, Antonino Di Guardo, Gregorio Diliberto, Cinzia Di Pasquale, Giuseppe Di Giacomo, Anna Drago, Fausto Fagone, Davide Faraone, Giuseppe Federico, Massimo Ferrara, Giuseppe Galvagno, Luigi Gentile, Baldassare Gucciardi, Sergio Iraci, Giuseppe Laccoto, Giuseppe Lupo, Elena Mancuso, Vincenzo Marinello, Ignazio Marinese, Bernardo Mattarella, Vito Messana, Margherita Messina, Riccardo Minardo, Camillo Oddo, Vincenzo Oliva, Giovanni Panepinto, Salvino Pantuso, Raimondo Sciascia, Giuseppe Spampinato, Calogero Speziale, Giuseppe Sulsenti, Salvatore Termine, Gaspare Vitrano. Altre 18 posizioni erano state archiviate nel mese scorsa. «Si chiude con l’archiviazione l'indagine che ha segnato i quattro anni più lunghi della mia vita. Non posso nascondere di aver vissuto giorni difficili, appesantiti da una campagna mediatica devastante verso chi come me è tra le personalità più esposte della politica. Sono grato innanzitutto ai miei avvocati, Gaetano Insolera e Nino Caleca, per aver condotto con maestria la mia difesa e quella del Pd». Lo dice l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, dopo l’archiviazione dell’inchiesta sulle «spese pazze» dei gruppi dell’Ars. «Ho scelto sin dal primo istante di difendermi davanti ai pm - ha proseguito - manifestando fiducia sul loro lavoro, depositando memorie e chiedendo di essere ascoltato per due volte, e di difendermi davanti l’opinione pubblica annunciando in diretta dell’indagine a mio carico e delle mie argomentazioni difensive. Oggi finisce un incubo, so bene che nessuno potrà restituirmi notti insonni e la fatica di dovermi difendere anche da una opinione pubblica che semplifica a volte condannando ancor prima dei tribunali, malgrado chiunque mi conosca abbia sempre riconosciuto la mia onestà».