Domenica 17 Novembre 2024

La graduatoria arriva a oltre 17 anni dal concorso, ma la Regione non li assume

PALERMO. Quando presentò la domanda per entrare alla Regione dalla porta principale, Maria Serena Bavastrelli aveva 39 anni e come chiunque sognava il posto fisso. Quel 14 aprile del 2000 Rosario Crocetta era un anonimo consulente dell’assessore regionale ai Beni Culturali Salvatore Morinello. Ora che è arrivata la graduatoria definitiva di una delle selezioni più partecipate dello storico maxi concorso, quel consulente è presidente della Regione. E Maria Serena Bavastrelli, a 56 anni, ha appena saputo di aver aver vinto: è la prima in graduatoria anche se il posto non lo avrà nemmeno questa volta. Cronaca di un’attesa durata 17 anni, un mese e un giorno. Tanto c’è voluto alla Regione per completare, ieri, l’esame delle domande del concorso per Assistente tecnico restauratore. Formalmente l’assessorato al Personale ha comunicato ieri a 97 partecipanti di essere i vincitori del concorso. E, beffa su beffa, ha comunicato contestualmente che questa graduatoria «non costituisce in alcun modo atto amministrativo da cui discende il diritto all’assunzione». Insomma, neanche dopo 17 anni di attesa i 97 vincitori potranno sedersi a una scrivania della Regione. È, questa, una delle vicende più incredibili della storia della Regione. Il maxi concorso fu bandito il 14 aprile del 2000: 19 selezioni che mettevano in palio poco meno di mille posti. Arrivarono oltre 600 mila domande da tutta Italia. Andarono in tilt prima le Poste e poi la stessa Regione, che ci mise anni solo per aprire e catalogare le richieste di partecipazione al concorso che avevano sommerso i saloni dell’assessorato ai Beni culturali. Ma mentre gli anni passavano, cambiava il mondo. A metà di questo percorso, nel 2008, arrivò una legge che bloccò le assunzioni alla Regione fino al 2011. Nel frattempo però era stata emanata una graduatoria provvisoria e questo concorso avrebbe potuto salvarsi, solo che arrivò anche un pioggia di ricorsi. E ogni volta che il Tribunale del Lavoro o la Corte d’Appello emettevano una sentenza la graduatoria cambiava. Si è andati avanti così e nel frattempo un’altra legge ha prorogato fino a oggi il blocco delle assunzioni. Ma, si sa, l’ottimismo è la virtù dei forti e tutti i partecipanti sapevano che comunque - se solo si fosse arrivati alla graduatoria definitiva - quel concorso avrebbe potuto sfuggire al blocco. E però nel frattempo, in questi 17 anni un mese e un giorno, sono arrivate anche due riforme della pubblica amministrazione che hanno letteralmente cancellato dall’organigramma la figura dell’assistente tecnico restauratore. «Abbiamo formalmente rinunciato al profilo - commenta oggi Gaetano Pennino dirigente dei Beni culturali che ha ereditato questi concorsi -. Abbiamo cioè detto che queste assunzioni non sono più funzionali». Una sorte toccata anche ad altre sei selezioni (per bibliotecario, aiutobibliotecario, naturaluista, geometra e varie figure tecniche) che avrebbero messo in palio altri 365 posti: tutte annullate nel 2015 quando non era stata fatta nemmeno la graduatoria provvisoria. Annullata anche la selezione per 240 operatori tecnici, per cui sarebbe bastata la licenza media. Fine dei sogni, quindi, anche per gli aspiranti assistenti tecnici restauratori? Per la verità no. Perchè i tanti che hanno comunque proseguito la loro azione giudiziaria hanno ottenuto sentenze e pareri (gli ultimi qualche mese fa dal Cga e dall’Avvocatura dello Stato) che impongono alla Regione di portare a termine almeno la graduatoria. Ed eccoci arrivati a ieri. La Regione ha messo insieme i 97 vincitori. Che ora potranno portare in tribunale questo elenco per chiedere alla Regione di rispettare quella promessa di posto fisso fatta 17 anni fa. Nel frattempo, spiegano dall’assessorato al Personale, qualcuno ha comunicato la rinuncia al posto. Altri invece sperano ancora: alcuni fra i 97 aspiranti restauratori hanno già compiuto 60 anni. Con le regole in vigore alla Regione, sarebbero a un passo dal prepensionamento

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