MILANO. «Vergognatevi, è un uomo libero, chiamiamo i carabinieri». Così i familiari di Rocco Papalia, il cosiddetto 'padrino' di Buccinasco, scarcerato venerdì 5 maggio dopo 26 anni di carcere, hanno gridato contro i giornalisti e gli operatori tv, che stamattina si sono fatti trovare davanti alla chiesa, dove una delle nipotine del boss ha ricevuto la prima comunione. Papalia invece ha continuato a camminare tranquillo limitandosi a ripetere frasi come 'Sono un uomo liberò e cercando di calmare i familiari 'lasciateli stare, evidentemente sono fotogenico'.
La cerimonia si è svolta stamattina alle 11,30 nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa in Buccinasco. Come tante altre coetanee la nipotina, indosso il classico vestitino bianco, è stata accompagnata in chiesa dalla madrina e dai familiari, tra cui nonno Rocco. Ma proprio la sua presenza ha trasformato poi la sua uscita in un momento poco piacevole. Giornalisti e fotografi si sono avvicinati al gruppetto cercando di avere qualche dichiarazione del boss, ma la reazione dei familiari è stata molto dura. «Andatevene, non avete rispetto per nulla», hanno urlato dirigendosi verso l’auto. Prima di salire sulla vettura la madre della bimba ha gridato: 'Grazie per avermi rovinato anche questa giornata dopo 25 anni».
La partecipazione di Papalia era già stata preceduta dalle polemiche quando sembrava che avesse ottenuto di spostare l'orario per potervi partecipare. La cerimonia doveva essere oggi pomeriggio alle 16.30, ma il boss rischiava di non poter assistere alla messa, a causa delle restrizioni imposte dai tre anni di sorveglianza speciale che gli sono stati inflitti e che lo obbligano a stare in casa dalle 19.30 alle 7 del mattino. E così la nipotina è stata spostata al turno del mattino, insieme ad un’altra decina di bambini. «Nessuna messa che non sia già prevista verrà celebrata, nessuna eccezione particolare è stata fatta solo per qualcuno - aveva subito precisato il parroco don Maurizio Braga - questa parrocchia cerca, nel rispetto delle regole e nel limite del possibile, di andare incontro ai tempi di ogni famiglia».
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