Lunedì 23 Dicembre 2024

Migranti, nuova tragedia: 200 morti
in due giorni nel Mediterraneo

Foto d'archivio

ROMA. Due naufragi che fanno temere un bilancio di circa 200 vittime hanno segnato l’ennesimo weekend di partenze massicce di disperati dalle coste libiche a bordo di gommoni fatiscenti. Il nuovo modus operandi dei trafficanti di uomini lo raccontano le testimonianze dei salvati: gli scafisti, arrivati al largo della Libia, tolgono i motori ed abbandonano alla deriva i natanti. Intanto, il Viminale fa i conti con l'accoglienza: in 43.245 sono già sbarcati nel 2017, il 38% in più dell’anno record, il 2016, che fece contare 181mila arrivi. Nigeriani, bengalesi e guineani i più numerosi, mentre riprende il flusso di siriani. Il primo naufragio due giorni fa, quando un gommone si è rovesciato dopo aver imbarcato acqua. I superstiti - hanno riferito una volta sbarcati a Pozzallo (Ragusa) dopo esser stati soccorsi da un mercantile danese - sono riusciti a sopravvivere in acqua per molte ore restando aggrappati al natante. Un’ottantina - tra cui lo scafista - non ce l’ha fatta. La procura ha aperto un’inchiesta per naufragio colposo. L’Oim ha poi dato notizia di un nuovo disastro, di proporzioni ancora maggiori: almeno 113 persone disperse in mare dopo l’affondamento di un gommone ieri al largo di Al Zawiyah. Guardia costiera libica ed alcuni pescatori sono riusciti a salvare solo sette persone, sei uomini e una donna. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, raccolte da Oim Libia, sul gommone si trovavano 120 persone tra cui 30 donne e 9 bambini. E le navi dei soccorritori dirette in vari porti del Sud Italia rivelano altre storie tragiche: domani attraccherà a Salerno la nave di Frontex Siem Pilot con a bordo 900 persone ed il cadavere di un bimbo di appena tre anni. Sulla Vos Hestia di Save the children arrivata in mattinata a Vibo Valentia anche 12 donne incinte, 39 minori soli, diversi casi di scabbia ed uno di grave denutrizione; si sospetta inoltre un affetto da tubercolosi. Un neonato - arrivato a Lampedusa sulla nave della Ong Open Arms, insieme a circa 500 migranti salvati nel Canale di Sicilia - è stato trasferito in elisoccorso ad Agrigento per una grave crisi respiratoria. A bordo anche - secondo il racconto di testimoni - un neonato portato dal padre dopo che la madre è morta di parto su una spiaggia libica. Tanti arrivi, dunque, concentrati - come spesso avviene - nel fine settimana e che la macchina dell’accoglienza fatica a gestire ed a dislocare. Questo perchè il piano dell’accoglienza diffusa - promosso da Viminale ed Anci - non decolla. Tanti sindaci - specie in questo clima pre-elettorale - rifiutano di infatti ospitare la loro quota di migranti, mettendo in crisi i prefetti, cui spetta distribuire le persone man mano che sbarcano. Il Viminale ha tarato l’accoglienza fino a 200mila persone, quota che se gli arrivi proseguono con questo ritmo, sarò presto superata. Potrebbe così partire un’indicazione ai prefetti di reperire soluzioni di ospitalità autonomamente, se i Comuni non collaborano. Domani, intanto, riprende il 'tour' nelle commissioni parlamentari del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha aperto il caso dei soccorsi delle ong. Il magistrato sarà all’Antimafia, per riferire in merito agli interessi delle cosche sulla 'tortà dell’accoglienza e, successivamente, alla commissione Migranti. Le associazioni, da parte loro, invitano a creare canali umanitari sicuri per evitare nuove stragi.

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