MODICA. Era stata accompagnata nella notte fra venerdì e sabato, ricorrendo ad uno sbarco di urgenza, al porto di Pozzallo prima ed all’ospedale Maggiore di Modica dopo, per una forte emorragia; ma non ce l’ha fatta la donna nigeriana di 35 anni incinta di cinque mesi. È morta al reparto di Ginecologia dell’ospedale modicano, dove era stata sottoposta ad intervento chirurgico nel tentativo di salvarla, mentre ieri mattina sono arrivati al porto di Augusta, nel Siracusano, insieme a 453 migranti, i sette cadaveri, tra cui quello di un bimbo di otto anni, deceduti nell’ennesima tragedia del mare.
La donna nigeriana era stata soccorsa da un rimorchiatore salpato dal porto pozzallese a bordo del quale c’era un medico. Le condizioni della donna, che viaggiava assieme alla sorella di 28 anni, sono apparse subito critiche. Ieri il direttore generale dell’Asp 7 di Ragusa, Maurizio Aricò, ha spiegato che l’immigrata è stata ricoverata al Maggiore con una disidratazione gravissima legata alla durata del viaggio ed alla permanenza nel bunker in Libia, che ha provocato un’insufficienza renale acuta ed una disfunzione di tutti gli altri organi, causando l’emorragia. L’Azienda sanitaria non ha ritenuto, dopo il decesso, di eseguire ulteriori indagini diagnostiche. È stato accertato che la donna non ha subito violenze, il suo corpo si trova all’obitorio dell’ospedale Maggiore; sarà tumulato, qualora non ci sia alcuna azione della magistratura, nel cimitero di Modica.
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