ROMA. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Gigi D'Alessio e di altre quattro persone per una presunta evasione fiscale di oltre un milione di euro. A sollecitare il processo per il cantante napoletano il pm Francesco Saverio Musolino.
Al centro della vicenda, fatti risalenti al 2010. Il reato contestato a D'Alessio e' quello di occultamento o distruzione di documenti contabili riconducibili a una delle società incaricate di curare la sua immagine.
Secondo l'accusa, tale attività di occultamento della documentazione contabile avrebbe consentito alla "Ggd Productions", della quale il cantante è ritenuto "l'effettivo beneficiario economico del risparmio d'imposta" - è detto nel capo di imputazione - di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
"Da sempre il mio unico impegno è per la musica e, da oltre vent'anni, mi affianca uno staff di esperti professionisti (avvocati, commercialisti, etc.), che mi seguono in tutto e per tutto. Non vi è, infatti, alcuna sentenza, neanche di primo grado, che mi abbia ritenuto responsabile di fatti di evasione e non ho alcuna condanna al pagamento di qualsivoglia imposta, per il che nulla devo al fisco".
Così con una nota il cantante Gigi D'Alessio ribadisce la sua estraneità alla presunta evasione fiscale contestatagli dalla Procura di Roma.
"Sono anzi in attesa di una decisione di una Commissione Tributaria, che consentirà di fare piena luce su quanto addebitatomi e quando sarò, a seguito della richiesta formulata dal pm di Roma Musolino, innanzi ad un Giudice per le Indagini Preliminari, sono certo di poter chiarire la vicenda, dimostrando la insussistenza dell'accusa formulata nei miei confronti" conclude il cantante.
Una delle altre quattro persone coinvolte con il cantante dovrà rispondere, in caso di rinvio a giudizio, di simulazione di reato per aver falsamente denunciato nel 2014 il furto di un'auto all'interno della quale si sarebbero trovati documenti contabili.
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