Giovedì 19 Dicembre 2024

Addio all'ex direttore del Corriere della Sera, muore a 92 anni Piero Ottone

Piero Ottone

ROMA. È morto a 92 anni Piero Ottone, decano del giornalismo, ex direttore del Corriere della Sera ed editorialista di Repubblica. «Ciao, Piero Ottone, lo stile nel giornalismo e nella vita», ha scritto su Twitter l’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro annunciandone la scomparsa. Ottone si è spento per cause naturali nella sua villa sul mare a Camogli dove risiedeva da tempo. L’ex direttore del Secolo XIX e del Corriere della Sera era un grande amante del mare e della vela. La famiglia fa sapere che per volontà di Ottone non si celebreranno funerali. Ottone inizia la sua carriera giornalistica nell'estate 1945, portando notizie dalla provincia al quotidiano torinese Gazzetta del Popolo, diretto da Massimo Caputo. Il suo esordio avviene con la recensione di un libro Mission to Moscow, contenente i ricordi dell'ambasciatore USA presso la capitale sovietica. In seguito diverrà il corrispondente da Londra del quotidiano. Successivamente approda al principale quotidiano italiano, il Corriere della Sera, per il quale è corrispondente da Mosca negli anni cinquanta, e poi redattore capo. Dal 1968 è direttore responsabile del Secolo XIX di Genova; nel 1972 viene richiamato a Milano per condurre il nuovo corso del Corriere della Sera, cui il direttore editoriale Giulia Maria Crespi ha impresso una svolta a sinistra. È Ottone a licenziare nell'ottobre 1973, d'accordo con la proprietà, Indro Montanelli, dopo lunghi mesi di dissidi e spaccature. La mossa porterà alla secessione di molte firme prestigiose del Corriere, che usciranno dal quotidiano per fondare il Giornale Nuovo. Il 2 giugno 1977, Montanelli viene gambizzato da due terroristi delle Brigate Rosse: il giorno dopo, il Corriere della Sera diretto da Ottone omette di citare il suo nome nel titolo in prima pagina (l'unico altro giornale italiano a farlo è La Stampa diretta da Arrigo Levi). Dopo la cessione del Corriere alla Rizzoli, Ottone viene riconfermato dal nuovo editore, ma nel 1977 rassegna volontariamente le dimissioni. Passa alla Mondadori assumendo l'incarico di consulente per i periodici e la televisione. Negli ultimi anni della sua vita ha scritto sporadicamente editoriali sul quotidiano romano la Repubblica e tiene una rubrica fissa, Vizi & Virtù, sul settimanale Il Venerdì di Repubblica.

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