ROMA. Stop a selfie e foto in ospedale. Il ministero della Salute scende in campo su una questione spinosa, che più di una volta ha messo in imbarazzo strutture sanitarie e sistema nazionale con una circolare inviata alla Federazione degli ordini dei medici, agli Infermieri e a tutti i professionisti della salute chiarendo che foto o selfie scattati sul luogo di lavoro e magari poi postate sui social network possono diventare giusta causa di licenziamento. Soprattutto se viene violata la privacy del paziente. La circolare ministeriale sottolinea come siano “ormai frequenti le notizie di stampa che segnalano il dilagare del fenomeno della pubblicazione di fotografie e selfies sui social networks da parte di professionisti sanitari durante l’esercizio dell’attività lavorativa presso le corsie di ospedali o sale operatorie in strutture pubbliche e/o private”, chiarendo che “le attività di spettacolarizzazione mettono a rischio il rispetto della privacy del paziente compromettendo l’immagine degli stessi sanitari oltre che il rapporto di fiducia fra paziente e sistema sanitario nel suo complesso” richiamando alla “necessità del rispetto dell’etica professionale”. La risposta della Federazione degli Ordini dei Medici non si è fatta attendere. Con una circolare agli iscritti la presidente Roberta Chersevani – allegando il richiamo inviato dal Ministero – sottolinea che “per un medico che ha prestato giuramento professionale appare inaudito realizzare simili comportamenti che violano in modo gravissimo le regole della deontologia professionale”. E ricorda come il codice deontologico chiarisca che “in nessun caso il medico approfitta del proprio status professionale”, invitando tutti a “vigiliare su eventuali violazioni”.