Martedì 24 Dicembre 2024

Il Papa contro la carità ipocrita: "L'amore non sia una telenovela"

CITTA' DEL VATICANO. Il Papa, in udienza generale, mette in guardia dal "rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita. Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questo, questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica? Di non far finta - ha aggiunto - di fare carità o che il nostro amore non sia una telenovela, no, amore sincero, forte".   "L'ipocrisia - ha aggiunto papa Francesco - può insinuarsi ovunque, anche nel nostro modo di amare. Questo si verifica quando il nostro è un amore interessato, mosso da interessi personali; e quanti amori interessati ci sono, quando i servizi caritativi in cui sembra che ci prodighiamo sono compiuti per mettere in mostra noi stessi o per sentirci appagati; 'ma quanto bravo sono', no l'ipocrisia, o ancora quando miriamo a cose che abbiano 'visibilità' per fare sfoggio della nostra intelligenza o della nostra capacità". Dietro ai tanti amori interessati, dietro "all'amore vissuto con ipocrisia", dietro all'"egoismo mascherato travestito da amore", ha spiegato papa Bergoglio, c'è la nostra realtà di peccatori: come spiega san Paolo, "anche il nostro modo di amare è segnato dal peccato". Ma da san Paolo, nello stesso tempo, viene un "annuncio di speranza": "è la possibilità di vivere anche noi il grande comandamento dell'amore, di diventare strumenti della carità di Dio". Quindi san Paolo, ha spiegato papa Francesco, "non vuole tanto rimproverarci, quanto piuttosto incoraggiarci e ravvivare in noi la speranza. Tutti infatti facciamo l'esperienza di non vivere in pieno o come dovremmo il comandamento dell'amore. Ma anche questa è una grazia, perché ci fa comprendere che da noi stessi non siamo capaci di amare veramente: abbiamo bisogno che il Signore rinnovi continuamente questo dono nel nostro cuore, attraverso l'esperienza della sua infinita misericordia". "E allora sì - ha rimarcato il Papa - che torneremo ad apprezzare le cose piccole, le cose semplici, ordinarie, che torneremo ad apprezzare tutto, le piccole cose di ogni giorno e saremo capaci di amare gli altri come li ama Dio" "e saremo contenti per la possibilità di farci vicini a chi è povero e umile". Dietro all'amore ipocrita "c'è un'idea falsa, ingannevole, vale a dire che, se amiamo, è perché noi siamo buoni; come se la carità fosse una creazione dell'uomo, un prodotto del nostro cuore. La carità, invece, è anzitutto una grazia; è un regalo, poter amare è un dono di Dio". "La carità è un dono - ha ricordato - e dobbiamo chiederlo, e il Signore lo dà volentieri se noi lo chiediamo, la carità è una grazia, non consiste nel far trasparire quello che noi siamo, ma quello che il Signore ci dona e che noi liberamente accogliamo; e non si può esprimere nell'incontro con gli altri se prima non è generata dall'incontro con il volto mite e misericordioso di Gesù". Abbiamo "la possibilità di vivere il grande comandamento dell'amore", "e questo avviene quando ci lasciamo guarire e rinnovare, il Signore risorto che vive tra noi è capace di guarire il nostro cuore, lo fa se noi lo chiediamo".  

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