ROMA. Al termine del suo discorso all'Università di Roma Tre, papa Francesco ha ricevuto alcuni doni dal rettore Mario Panizza. Tra questi il sigillo dell'ateneo, una confezione di olio prodotto nell'uliveto gestito dall'università - «un simbolo anche biblico», ha commentato il rettore -, altri prodotti agricoli provenienti da San Giuseppe Jato (Palermo), «da terre sequestrate alla mafia e dove ora lavorano giovani», e un tombino di Nazaret dipinto dallo stesso Panizza. Non appena lasciata la sua Ford Focus e percorse le prime scale incontro alla postazione a lui riservata all'Università di Roma Tre Francesco è stato investito da un bagno di folla con tanti che gli hanno chiesto di fare foto e selfie assieme. La visita del Papa all'ateneo è durata in tutto circa due ore. Uno dei fedeli avvicinatosi gli ha detto: "Santità, preghiamo per lei" e lui di rimando: "Sì pregate per me". Il Papa si è lungamente intrattenuto all'esterno del Rettorato per salutare le tante persone presenti, stringere le mani, dispensare benedizioni, e non rinunciando mai a mettersi in posa per i selfie a chi glielo chiedeva. "Bisogna abbassare un po' il tono e bisogna parlare meno e ascoltare di più", c'è, a livello mondiale, una "violenza verbale" nei singoli e nella comunità, che sta facendo "perdere il senso della costruzione sociale, della convivenza sociale, che si fa prima di tutto con l'ascolto e il dialogo", ha detto il Papa incontrando docenti, studenti e personale della università RomaTre, in un ampio discorso a braccio in risposta alle domande di quattro studenti. "E' importante abituarsi a questa comunicazione, ma senza che questa rapidità questa 'rapidazione' mi tolga la libertà di dire no". Ha citato la "rapidazione" come parola "inventata dagli olandesi 40 0 50 anni fa, che a me piaceva tanto", "come una proiezione dinamica del tempo - ha spiegato - che si fa più rapido, nella comunicazione si va così, con il pericolo di non fermarsi per una assimilazione, un riflettere", "bisogna abituarsi al dialogo a questa velocità". "Nour ha parlato della paura, ma - ha detto il Papa a RomaTre - vi faccio una domanda sulla nostra cara Europa: come si può pensare che paesi sviluppati abbiano una disoccupazione giovanile così forte?". Ha quindi citato cifre su diversi paesi, "tutti in Europa", in cui la disoccupazione di "giovani dai 25 anni in giù" risulta dove del 40, dove del 47, dove del 50 o 60 per cento. Il Papa ha anche ricordato che secondo alcuni "le vere statistiche sui suicidi giovanili non sono pubblicate". "A proposito di identità cristiana dell'Europa - ha detto il Papa a RomaTre - e di paura che se venga gente di altra cultura perdiamo identità europea, ma io mi domando quante invasioni ha avuto l'Europa dall'inizio a qui? L'Europa è stata fatta di invasioni e migrazioni, voi sapete meglio di me che l'Europa è stata fatta artigianalmente, così le migrazioni sono un percorso, sono una sfida per crescere". "Da soli, come fosse una preghiera - ha chiesto - pensiamo al Mare nostrum che è diventato un cimitero".