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Mondanità della Chiesa, il Papa: i cardinali non si credano prìncipi

La capacità di parlare ai giovani e il suo impegno nell'avvicinarli alla Chiesa, in vista del prossimo Sinodo dei vescovi dedicato proprio ai ragazzi; i mali della Chiesa, dagli scandali per gli abusi sessuali alla corruzione in Vaticano. E infine un suo piccolo segreto di serenità: sano menefreghismo e, quando c'è un problema, scrivere un biglietto a San Giuseppe e conservarlo sotto la sua statuetta.

Papa Francesco è un fiume in piena nella lunga intervista rilasciata al direttore de "La Civiltà cattolica", padre Spadaro, e pubblicata nel numero 4000 della rivista della Compagnia di Gesù di cui il Corriere della Sera anticipa alcuni stralci.

Più di metà colloquio con i superiori degli ordini religiosi è incentrato sui giovani e sulle motivazioni che lo hanno spinto a convocare il Sinodo sui giovani, fede e il discernimento vocazionale. La scelta di puntare su giovani e la formazione sacerdotale è stata presa dai partecipanti dello scorso Sinodo, mentre il Papa ha spinto molto sul tema del discernimento, ovvero la capacità di saper distinguere il bene dal male e, in questo caso, saper riconoscere la vocazione religiosa distinguendola dalla fede.

"Il discernimento accomuna la questione della formazione dei giovani alla vita - spiega Bergoglio nell'intervista -. Perché la formazione e l’accompagnamento al sacerdozio ha bisogno del discernimento. Al momento è uno dei problemi più grandi che abbiamo nella formazione sacerdotale".

C'è poi il tema degli abusi sessuali sui minori e degli abusi finanziari che la Chiesa è chiamata ad affrontare. Il Papa in questo caso parla chiaramente di "malattia". "Pare che su 4 persone che abusano, due siano state abusate a loro volta - spiega -. Se non siamo convinti che questa è una malattia, non si potrà risolvere bene il problema. Quindi, attenzione a ricevere in formazione candidati alla vita religiosa senza accertarsi bene della loro adeguata maturità affettiva. Per esempio: mai ricevere nella vita religiosa o in una diocesi candidati che sono stati respinti da un altro seminario o da un altro Istituto senza chiedere informazioni molto chiare e dettagliate sulle motivazioni dell’allontanamento".

Secondo il Papa, inoltre, i religiosi "hanno il vantaggio di poter dare un contributo al rinnovamento della mentalità della Chiesa e loro non devono avere paura di dire le cose. Nelle strutture della Chiesa entra il clima mondano e principesco, e i religiosi possono contribuire a distruggere questo clima nefasto. E non c’è bisogno di diventare cardinali per credersi prìncipi! Basta essere clericali. Questo è quanto di peggio ci sia nell’organizzazione della Chiesa", aggiunge.

Quanto al tema finanziario, Francesco chiede di tenere d'occhio le banche e di verificare in che modo esse spendono soldi, accertandosi che non ci siano mai investimenti in armi. Poi rimanda la spiegazione a un esempio che al tempo stesso fa sorridere e riflettere. "Una volta accadde che una suora economa svenne e una consorella disse a chi la soccorreva: 'Passatele sotto il naso una banconota e certamente si riprenderà!'".

Un accenno anche al tema dei migranti e al ritorno alle origini, quando la Chiesa era in uscita e non chiusa in se stessa, nel Cenacolo. Il termine "fuori" si rifà a quello delle periferie, esistenziali e sociali. "I poveri esistenziali e i poveri sociali spingono la Chiesa fuori di sé. Pensiamo a una forma di povertà, quella legata al problema dei migranti e dei rifugiati: più importante degli accordi internazionali è la vita di quelle persone! - dice il Papa -. Sono i poveri che uniscono i cristiani divisi! Queste sono tutte sfide aperte per i religiosi di una Chiesa in uscita".

Infine, alla domanda "Qual è la sorgente della sua serenità?", il Papa prende in prestito un consiglio tipicamente italiano e dice: "Per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo", ammettendo di essere stato più ansioso quando si trovava a Buenos Aires. La pace è arrivata con l'elezione. In quel momento racconta di aver detto semplicemente: «Signore, andiamo avanti!».

"Nelle Congregazioni Generali si parlava dei problemi del Vaticano, si parlava di riforme e della corruzione in Vaticano. Ma io sono in pace. Se c’è un problema, io scrivo un biglietto a san Giuseppe e lo metto sotto una statuetta che ho in camera mia. È la statua di san Giuseppe che dorme. E ormai lui dorme sotto un materasso di biglietti!".

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