CREMONA. Solo 3 su 46 fra ragazze e ragazzi del liceo Munari di Crema (Cremona) ce l'hanno fatta a restare senza telefonini e computer per una settimana. «Ma non è una classifica di merito e soprattutto non separa i buoni dai cattivi», assicura la ricercatrice dell'università degli studi di Milano, Angela Biscaldi, promotrice dell'iniziativa.
La ricerca, condotta per una settimana nel triennio dell'indirizzo multimediale del liceo artistico Munari, è stata la prima - viene affermato - del genere in Italia. Ed è consistita nel proporre agli studenti una settimana di 'digiunò volontario da social network e Whatsapp, abbinato alla stesura di una sorta di diario di bordo, su cui annotare le riflessioni, l'amarezza e le tentazioni, lungo un viaggio a ritroso nel mondo della comunicazione.
Vale a dire quando, per contattare gli amici, esistevano solo due modi: alzare la cornetta del telefono, o aspettarli al bar o al parco. Solo tre hanno resistito mentre in dieci non ci hanno neppure provato. In 31, invece, hanno ceduto al richiamo della tastiera, che fosse dello smartphone o del pc, a metà del percorso. Tra le principali 'sirene", la noia; ma anche la paura di avvicinarsi al fine settimana senza "essere connessi".
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