MILANO. Luca Scatà e Christian Movio, i due agenti di polizia del commissariato di Sesto San Giovanni, centro al confine con Milano, che lo scorso 23 dicembre fermarono ed uccisero l'attentatore di Berlino Anis Amri, 24 anni, sono stati trasferiti ad altri uffici, in altre località. La decisione del ministero dell'Interno è stata presa, a quanto si apprende dalla polizia, quale «riconoscimento per un'azione straordinaria» che a scopo premiale ha voluto «favorire le legittime aspirazioni dei due poliziotti». Scatà e Movio, di pattuglia nella notte dell'antivigilia di Natale, fermarono Amri per un controllo, dopo averlo incrociato solo in piazza Primo Maggio a Sesto San Giovanni. Luca Scatà, 29 anni, era in polizia da nove mesi quando insieme a Christian Movio, 36 anni, quel giorno era montato di pattuglia. I fatti di Berlino - Amri è ritenuto responsabile di essersi scagliato con un tir sulle bancarelle del mercatino di Natale uccidendo 12 persone e ferendone oltre 50 - a fine dicembre avevano imposto in tutta Europa controlli capillari da parte delle forze dell'ordine, specialmente in corrispondenza di possibili «obiettivi sensibili», quali stazioni, aeroporti e fermate della metropolitana. Così, verso le tre del mattino, quando i poliziotti hanno visto un uomo solo camminare con uno zaino in spalla in una delle piazze centrali di Sesto San Giovanni, hanno deciso di fermarlo. Movio è sceso dalla Volante, mentre il collega è rimasto in auto, come da prassi, ed ha chiesto al tunisino i documenti. Alla richiesta di poter visionare il contenuto del suo zainetto, il terrorista ha estratto una pistola e gli ha sparato, ferendolo a una spalla. Scatà, non ha potuto che rispondere al fuoco uccidendolo. Ci vorrà poi qualche ora per identificare nel responsabile dell'attentato di Berlino. Christian Movio, ricoverato in ospedale a Monza, è stato operato per estrargli il proiettile che lo aveva ferito, fortunatamente non gravemente. Rimarrà poi in osservazione un paio di giorni, prima di essere dimesso e poter far ritorno a casa sua, in provincia di Udine. Anche per Luca Scatà scattò una licenza premio a casa, in provincia di Siracusa, per permettergli di riprendersi dall'accaduto. La licenza arrivò forse anche per sottrarre i due giovani poliziotti dall'attenzione dei media che, quando furono rivelati i loro nomi, sollevò molte polemiche. Lo stesso Questore di Milano Antonio De Iesu spiegò alla stampa, durante una visita in ospedale a Movio, che per i due agenti sarebbe stato meglio rimanere nell'anonimato, per tutelare la loro incolumità e quella dei loro familiari. A meno di due mesi dal loro intervento in piazza Primo Maggio, oggi è stata confermata la decisione del Viminale di trasferirli ad altre funzioni e in altre località, che non sono state rivelate.