PENNE. Sale a sette il bilancio ufficiale della valanga che si è abbattuta sull'hotel Rigopiano: i vigili del fuoco hanno individuato ed estratto poco fa dalle macerie il corpo di una donna. Il cadavere era in uno stanzino vicino alla zona della cucina e del bar. Si sta invece ancora lavorando per liberare il corpo della sesta vittima, individuata nella giornata di ieri.
Per i parenti delle vittime e di chi ancora manca all'appello, però, l'attesa è ormai insopportabile. "Quelli che sono morti sono stati uccisi - si è sfogato il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi - e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello". La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo Alessio Feniello, è "delle autorità".
Compie oggi 33 anni Alessandro Riccetti di Terni, uno dei dispersi: all'hotel Rigopiano lavorava come receptionist. Di lui, che al momento non è né nella lista delle persone salvate né in quella delle vittime identificate, non si hanno più notizie da mercoledì, quando ha avuto gli ultimi contatti con la madre. "La preghiera è l'unica cosa da fare. Vi abbraccio", scrive oggi su Facebook Antonella Maria, la madre di Alessandro, a chi in queste ore le esprime la propria vicinanza.
Intanto, il piccolo Edoardo Di Carlo, 8 anni, è stato informato del decesso della madre e del padre e ha chiesto di restare in ospedale dove si sente protetto. Lo ha riferito il direttore sanitario dell'Ospedale di Pescara, Rossano Di Luzio, nel corso della lettura del bollettino sanitario. Il piccolo, una volta uscito dall'ospedale, sarà affidato al fratello maggiorenne. Saranno gli psicologi della Asl a valutare quando potrà lasciare la struttura sanitaria.
Samuel Di Michelangelo, 7 anni, i cui genitori sono tra i dispersi, è al corrente della situazione, ma «penso che Samuel stia aspettando i genitori», ha osservato Di Luzio. Samuel nelle prossime ore potrebbe lasciare l'ospedale ed essere affidato ai nonni.
La permanenza dei due bimbi in pediatria, ha spiegato Di Luzio, «è dovuta solo a una continuità di protezione psicologica». I bimbi, infatti, sono in buone condizioni di salute.
Intanto, proseguono le operazioni di soccorso e la speranza è che sotto le macerie si sia formata una bolla di ossigeno sufficientemente ampia da permettere la sopravvivenza dei superstiti ancora imprigionati. Se fosse stata una 'semplice' valanga a seppellire clienti e personale dell'hotel Rigopiano non ci sarebbero più molte probabilità di trovare qualche superstite, mentre la casistica sulla sopravvivenza sotto le macerie lascia ancora qualche speranza. «Una possibilità c'è sempre - spiega Mario Costa, presidente onorario della Società Sis 118 (Sistema 118 che coordina le attività dei sistemi di emergenza regionali) - si può trovare una sacca d'aria sufficiente sotto le macerie che dà la possibilità di respirare, e anche la presenza di neve offre l'occasione di bere. Se si trattasse di persone semplicemente sotto una valanga sarebbe un problema, perchè in quelle condizioni si resiste molto meno, dopo poche ore la sopravvivenza si abbassa molto. Qui il disastro è sotto certi aspetti anche una 'fortunà, perchè i detriti, se non hanno provocato traumi gravi come la sindrome da schiacciamento, danno la possibilità di essere protetti dal contatto diretto con la neve».
La 'survival curvè di chi rimane intrappolato sotto una valanga, riportata da diversi studi, è piuttosto impietosa. Dopo 30 minuti la speranza di sopravvivenza è ridotta al 50%, mentre dopo 160 va sotto al 20%. Lo confermano anche le notizie di 'permanenze record', che difficilmente superano le 24 ore, anche se nel 1971 una donna canadese fu estratta viva 72 ore dopo essere stata travolta da una slavina a Macugnaga, in Piemonte. Molto di più si resiste invece sotto le macerie causate ad esempio da un terremoto.
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