Giovedì 19 Dicembre 2024

Prete litiga con la sua amante e le rompe un dito: condannato

RAVENNA. Un prete è stato condannato a due mesi di carcere per avere fratturato in canonica un dito a quella che era stata per cinque mesi la sua perpetua e amante. Ma è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale (per induzione) perchè la perizia psichiatrica disposta dal Tribunale di Ravenna ha stabilito che la giovane, pur segnata da gravi problematiche emotive, era consapevole delle sue azioni. Si è chiuso così il rito abbreviato condizionato a carico di don Alessio Baggetto, 43 anni, all'epoca dei fatti, nel 2013, parroco di Punta Marina Terme, sul litorale ravennate. Per lui la Procura aveva chiesto due anni e mezzo di reclusione. Mentre la difesa - avvocato Enrico Maria Saviotti - aveva chiesto l'assoluzione anche per le lesioni in quanto il prete si sarebbe semplicemente difeso dal lancio di una statuetta in gesso della Madonna. La ragazza - una 26enne dell'est europeo il cui amministratore di sostegno è l'avvocato Christian Biserni - nel frattempo si è sposata e vive a Roma. Proprio da Roma, in una chat, quattro anni fa lei aveva conosciuto il don, poco dopo essere rimasta orfana. Dopo un paio di incontri di persona, la giovane era andata a vivere nella canonica. Il prete l'aveva presentata ai suoi stupiti fedeli e assieme a lei era andato pure dall'allora vescovo a parlare per palesare le sue intenzioni di matrimonio. Poi a metà dicembre pare che il prete avesse cambiato idea: da qui il litigio furibondo con la rottura definitiva. Il caso era giunto sui tavoli della magistratura a causa delle querele reciproche. Dalle indagini dei carabinieri era quindi emerso che la ragazza, nell'imminenza di un intervento chirurgico molto delicato, con il lascito della defunta madre aveva comperato una casa vicino alla canonica nominando il don suo erede. Le accuse più gravi per il parroco, poi ritiratosi in meditazione e preghiera in un istituto religioso bolognese, erano arrivate quando una prima consulenza disposta dalla Procura aveva stabilito che la giovane era fortemente plagiabile perchè in condizione di inferiorità psichica.

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