ROMA. Avrebbe reclutato adepti in carcere Saber Hmidi il tunisino di 34 anni arrestato nell'ambito dell'indagine antiterrorismo, chiamata «Black Flag», condotta dalla Digos di Roma e dalla polizia penitenziaria perchè considerato appartenente all'organizzazione terroristica Ansar al-Sharia. Per chi indaga, nei periodi di detenzione in sei carceri italiane il tunisino avrebbe «reclutato adepti da inviare, alla loro scarcerazione, nei teatri di combattimento per il compimento di atti terroristici». Dalle indagini sarebbe stata riscontrata la sua «particolare capacità di indottrinamento dei compagni di detenzione». L'uomo si trovava attualmente nel carcere romano di Rebibbia per altra causa dove gli è stata notificata l'ordinanza di custodia. «Una volta libero andrò in Siria a combattere con i fratelli musulmani», avrebbe detto l'uomo ai compagni di cella. Descritto come una persona «violenta» nei periodi di reclusione in carcere avrebbe urlato anche agli agenti «Vi taglio la testa se non mi accontentate». Fermato alla guida dell'auto per un controllo il tunisino arrestato oggi puntò la pistola contro gli agenti. L'episodio risale a novembre 2014 ed è stato reso noto durante una conferenza stampa in Questura. Da quell'episodio sono partite le indagini che hanno portato all'arresto di oggi. Saber Hmidi era in compagnia di un altro uomo. Durante il controllo gli agenti notarono una bomboletta di spray antiaggressione e mentre l'altro straniero scendeva dalla macchina cadde per terra un passamontagna e guanti in lattice. Alla richiesta di spiegazioni Hmidi impugnò una pistola che si inceppò. Dopo una colluttazione i due fuggirono. Hmidi fu rintracciato la sera seguente e arrestato. Sequestrata la pistola, risultata rubata, oltre 30 cellulari. Questa mattina gli agenti hanno condotto perquisizioni in tutto il Lazio nei confronti di sospettati di appartenere a organizzazioni terroristiche.