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Il Papa e le sue missioni: con il dramma di Lampedusa ho capito che ho il dovere di andare

ROMA. «Non mi è mai piaciuto molto viaggiare, e mai avrei immaginato di fare così tanti viaggi», ma «il dramma di Lampedusa mi ha fatto sentire il dovere di mettermi in viaggio, era importante andare». Lo afferma Papa Francesco in un'intervista che apre il libro 'In Viaggio" del giornalista Andrea Tornielli, dedicato appunto ai viaggi di Bergoglio.

Un ampio stralcio dell'intervista è oggi in apertura di prima pagina della Stampa e del Secolo XIX. Le trasferte internazionali «sono pesanti. Ma porto sempre con me volti, sorrisi, testimonianze, immagini, esperienze.

Una ricchezza inimmaginabile, che mi fa sempre dire: ne è valsa la pena», racconta il pontefice, che spiega di non aver cambiato molto nell'agenda già consolidata dei viaggi papali: «Ho cercato di eliminare del tutto i pranzi di rappresentanza. Non ho nulla contro lo stare a tavola in compagnia. Ma se l'agenda del viaggio, come accade quasi sempre, è già pienissima di appuntamenti, preferisco mangiare in modo semplice e in poco tempo».

Tra i ricordi Francesco cita «l'entusiasmo dei giovani a Rio de Janeiro e, sempre a Rio, quel bambino che riuscendo a intrufolarsi ha salito le scale di corsa e mi ha abbracciato. Ricordo la gente accorsa al santuario di Madhu, nel nord dello Sri Lanka dove ad accogliermi - prosegue - ho trovato, oltre ai cristiani, anche i musulmani e gli indù, un luogo dove i pellegrini arrivano come membri di un'unica famiglia. O l'accoglienza nelle Filippine».

Nella Ue, Francesco spiega di aver visitato solo la Grecia, «a Lesbos per incontrare e confortare i profughi», privilegiando «Paesi che sono, o che sono stati, in gravi difficoltà».

Tuttavia, «questo non significa non avere attenzione per l'Europa che incoraggio come posso a riscoprire e a mettere in pratica le sue radici più autentiche, i suoi valori. Sono convinto - sottolinea - che non saranno le burocrazie o gli strumenti dell'alta finanza a salvarci dalla crisi attuale e a risolvere il problema dell'immigrazione, che per i Paesi dell'Europa è la maggiore emergenza dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale».

In tema di sicurezza, «ho detto fin dall'inizio che avrei viaggiato soltanto se mi fosse stato sempre possibile il contatto con le persone», afferma Bergoglio. «Sono consapevole dei rischi che si possono correre», ma «bisogna fidarsi e affidarsi».

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