ROMA. Un ultimo, sentito abbraccio nella 'sua' Sapienza, in una aula 1 di Lettere gremitissima dentro e fuori di rappresentanti delle istituzioni, amici, intellettuali, colleghi e studenti: si è svolta in un misto di commozione e sobrietà questa mattina la commemorazione del grande linguista ed ex ministro della pubblica istruzione Tullio De Mauro, scomparso a Roma il 5 gennaio a 84 anni.
«È stato un grande linguista e intellettuale che ha servito il Paese, un uomo libero e negli ultimi tempi un dinamico presidente del Premio Strega», ha affermato il ministro del Mibact Dario Franceschini, intervenuto alla commemorazione, terminata con un lungo applauso e con i presenti tutti in piedi.
A porgere omaggio alla figura dell'illustre professore e a stringersi accanto alla moglie Silvana e ai figli Giovanni e Sabina numerosi membri delle istituzioni tra cui il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, e poi Andrea Riccardi, Walter Veltroni, Piero Fassino, Sabino Cassese, Stefano Rodotà, Luigi Abete.
Negli interventi del rettore Eugenio Gaudio e del professore nonchè amico di una vita Alberto Asor Rosa, chiamati a tratteggiare il ricordo di De Mauro, la statura intellettuale e umana del linguista scomparso e soprattutto il suo impegno civile, caratterizzato da un occhio sempre vigile e attento alle dinamiche sociali e culturali del Paese.
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