ROMA. Il neo ministro Luca Lotti sarebbe indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell'ambito dell'indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. Lo riporta oggi in apertura il Fatto Quotidiano, aggiungendo che il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale, dunque al procuratore Giuseppe Pignatone. LOTTI: E' UNA COSA CHE NON ESISTE. "Sarei indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa». Lo scrive su Facebook il ministro Luca Lotti. «Dopo settimane di lavoro molto intenso tra referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio - aggiunge il ministro - Oggi però un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri». «Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell'autorità giudiziaria. La verità - del resto - è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l'ora di dimostrarlo», sottolinea il ministro. Luca Lotti, scrive il quotidiano, è indagato a seguito delle dichiarazioni di Luigi Marroni. «L'ex assessore alla sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip», riporta il Fatto, «nel suo esame come persona informata dei fatti, ha tirato in ballo anche il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato». A far partire gli accertamenti che hanno portato a indagare tre persone, oltre a Lotti e Saltalamacchia c'è anche il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, sarebbe stata «una bonifica contro le microspie».