ROMA. In Italia le donne ricorrono meno all'aborto, in calo di quasi del 10% in un anno, anche grazie al maggiore utilizzo della pillola dei 5 giorni dopo. Nel 2015 infatti le interruzioni di gravidanza sono state 87.639, quasi 10mila in meno rispetto al 2014 e quasi un terzo rispetto alle 234.800 che si registravano nel 1983, anno in cui in Italia si è segnato il valore più alto. È quanto emerge dalla Relazione al Parlamento sull'attuazione della legge 194/78, elaborata dal Ministero della Salute. Nel dettaglio, il numero degli aborti nel 2015 è sceso del 9,3% rispetto al 2014, passando da 96.578 a 87.639 e accentuando un calo che aveva contrassegnato anche gli anni precedenti (nel 2014 era stato del -6% rispetto al 2013). «Il maggior decremento osservato nel 2015 - si legge sulla relazione - in particolare tra secondo e terzo trimestre, potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina Aifa di aprile 2015 che elimina, per le maggiorenni, l'obbligo della prescrizione medica per la 'pillola dei 5 giorni dopo'». Le vendite del contraccettivo di emergenza Ulipristal acetato mostrano «un incremento significativo nel 2015 rispetto agli anni precedenti»: 7.796 confezioni nel 2012, 11.915 nel 2013, 16.796 nel 2014 e 83.346 nel 2015. La diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza interessa anche le donne straniere, tra cui comunque si continua a registra un tasso di abortività pari al triplo rispetto alla media nazionale: sono state 27.168 nel 2015, a fronte delle 31.028 nel 2014 e 40.224 nel 2007.