PALERMO. Erano finiti anche loro nel calderone dei circa 90 deputati finiti sotto inchiesta per le cosiddette "spese pazze" all’Ars (dal 2008 al 2012), ma hanno dimostrato di aver speso i soldi dei gruppi parlamentari per finalità politiche e istituzionali.
Così i sostituti procuratori di Palermo Maurizio Agnello, Sergio Demontis e Luca Battinieri hanno chiesto l'archiviazione per 18 deputati ed ex deputati tra cui l'attuale assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano, del Pd, così come per i deputati del partito democratici Filippo Panarello e Concetta Raia.
Potrebbero uscire dall’inchiesta anche Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, e Vincenzo Vinciullo, Ncd, presidente della Commissione Bilancio dell'Ars, Alessandro Aricò (ex deputato di Futuro e libertà), Carmelo Currenti (ex deputato di Sicilia Democratica), Carmelo Incardona (ex Grande Sud), Antonino Scilla (ex Grande Sud), Giovanni Di Mauro (Mpa), Marco Lucio Forzese (Centrisi per la Sicilia), Riccardo Savona (Forza Italia), Salvatore Giuffrida (ex deputato dell'Udc), Mario Parlavecchio (ex Mpa), Giuseppe Picciolo (Sicilia Futura), Salvino Caputo (ex Popolo delle libertà), Giuseppe Buzzanca (ex Pdl) e Orazio D'Antoni (ex Mpa).
Adesso i pm dovranno decidere sulle posizioni di altri 17 indagati. Importante capire le motivazioni del gup Riccardo Ricciardi che ha condannato a due anni - pena sospesa - l'ex capogruppo dell'Ars Innocenzo Leontini (Pdl), accusato di peculato.
Assolto Cateno De Luca (Mpa e gruppo misto) che, come Leontini, aveva scelto il rito abbreviato.
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