CITTÀ DEL VATICANO. «Ieri - ha detto mettendo da parte il testo scritto - è venuto a messa a Santa Marta un bravo uomo, un imprenditore, ma doveva chiudere la sua fabbrica perché non ce la faceva, e piangeva quell'uomo, giovane, piangeva, e diceva 'io no me la sento di lasciare senza lavoro più di 50 famiglie, io potrei dire che dichiarare fallimento dell'impresa, io me ne vado a casa con i miei soldi, ma il mio cuore piangerà tutta la vita per queste famiglie'. Ecco un bravo cristiano - ha sottolineato papa Bergoglio - che prega con le opere, è venuto a messa a pregare per quelle famiglie, lui aveva l'uscita, il fallimento, ma pregare, questo è un uomo che sa pregare con i fatti nelle situazioni difficili, e non cercare la via d'uscita più facile, questo è un cristiano, mi ha fatto tanto bene sentirlo, tanto bene, e magari ci siano tanti così oggi, in questo momento in cui tanta gente soffre per la mancanza di lavoro». Questo racconto del Papa ha suscitato un applauso convinto nei presenti. Con la udienza generale di oggi il Pontefice ha concluso le catechesi sulle opere di misericordia materiale e spirituale, parlando di «seppellire i morti» di «pregare per i vivi e per i morti». «Concludiamo il ciclo dedicato alla misericordia - ha spiegato all'inizio - ma la misericordia deve continuare, solo le catechesi finiscono». E prima di congedarsi, ha detto: «impegniamoci a pregare gli uni per gli altri, perchè le opere diventino stile di vita, le catechesi come ho detto all'inizio finiscono, qui abbiamo fatto il percorso delle 14 opere di misericordia ma la misericordia continua e dobbiamo esercitarla in questi 14 modi, grazie».