BOLOGNA. Per poter frequentare gli asili nido dell'Emilia-Romagna d'ora in poi i bambini dovranno essere vaccinati. Adesso a dirlo è una legge regionale, che fa da apripista per altre Regioni d'Italia, come la Toscana ad esempio che sta già lavorando ad una simile proposta. La Giunta guidata da Stefano Bonaccini vede approvato dall'Assemblea legislativa il suo progetto di legge di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia, che ridisegna i servizi 0-3 anni, ma soprattutto introduce l'obbligo di somministrare ai minori l'antipolio, l'antidifterica, l'antitetanica e l'antiepatite B. L'articolo della legge in questione è stato votato da Pd, Sel, Fdi, Fi, con il voto contrario del M5s (astenuta la Lega Nord). Ma per Bonaccini non c'è alcun dubbio sulla bontà di questo provvedimento, perchè «la nostra legge è a tutela della salute pubblica - ha detto - cioè delle nostre comunità, e soprattutto dei bambini più deboli, quelli che per motivi di salute, immunodepressi o con gravi patologie croniche, non possono essere vaccinati e che sono quindi più esposti a contagi». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, plaude «all'iniziativa della Regione Emilia-Romagna», nel sottolineare che «tutelare la salute pubblica è il nostro grande obiettivo». «Dobbiamo dare ascolto alla scienza - afferma Lorenzin all'ANSA - I vaccini rappresentano lo strumento più importante di prevenzione». Dubbi sulla costituzionalità della norma vengono però avanzati dal Codacons, secondo cui se la legge «verrà messa in pratica porterà ad una raffica di denunce contro gli asili nido», che rischierebbero di essere denunciati per abuso di atti d'ufficio e violenza privata. In Emilia-Romagna comunque la percentuale di bambini vaccinati è diminuita negli ultimi anni: dal 2014 è scesa al di sotto del livello di sicurezza del 95% (limite indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità) e nel 2015 la copertura per le quattro vaccinazioni obbligatorie ha raggiunto il 93,4%. Per questo la Giunta ha deciso che «la salute delle persone va garantita e protetta, non lasciata a improbabili convinzioni o, per usare le recenti parole sui vaccini del presidente Repubblica, Mattarella, a sconsiderate affermazioni prive di fondamento», ha aggiunto Bonaccini. Dure le critiche da parte del M5s. Per Raffaella Sensoli, consigliere regionale del Movimento, «nessuno si è mai sognato di mettere in discussione l'utilità dei vaccini ma le nostre critiche - ha spiegato - hanno riguardato soprattutto il metodo con il quale si vuole portare avanti questa obbligatorietà che non farà altro che allontanare ancor di più quei genitori che oggi, a causa anche della scarsa informazione, continuano a non voler vaccinare i propri figli. La coercizione non era e non è la strada giusta».