CITTA' DEL VATICANO. Papa Bergoglio, nel concistoro ha creato 17 nuovi cardinali, 13 elettori e 4 ultraottantenni, che non avrebbero diritto di voto in un eventuale conclave. Ecco le storie dei nuovi porporati elettori, secondo l'ordine in cui il Papa ne ha annunciato i nomi lo scorso 9 ottobre: Mario ZENARI, 70 anni compiuti lo scorso gennaio, italiano di Villafranca di Verona, che - ha detto alla Radiovaticana - ormai appartiene al popolo siriano. La nomina a cardinale del nunzio a Damasco rappresenta una novità assoluta, e uno dei grandi segnali di questo concistoro: finora il cardinalato giungeva per i nunzi in pensione come una sorta di premio a fine carriera. Invece il Papa ha stabilito che Zenari resti nunzio "nella martoriata Siria", quella stessa Siria che due giorni fa Bergoglio ha definito "laboratorio di crudeltà". Con la sua porpora, papa Francesco dà un preciso segnale nel senso della diplomazia della misericordia e cerca di rafforzare il sostegno della Chiesa alla popolazione della Siria. Mons. Dieudonne NZAPALAINGA, con i suoi 49 anni il più giovane del collegio cardinalizio, è arcivescovo di Bangui, nella Repubblica centrafricana, dove l'anno scorso il Papa ha aperto la prima porta santa del giubileo della misericordia, e dove si persegue un processo di pacificazione difficile, sostenuto congiuntamente da cristiani di varie confessioni e musulmani. La metà della popolazione del Centrafrica dipende dall'aiuto umanitario per sopravvivere, all'interno del paese ci sono oltre 380mila profughi, tra uomini, donne e bambini, mentre migliaia di centrafricani sono fuggiti nei paesi vicini. L'anno scorso a Bangui papa Francesco ha voluto incoraggiare la pacificazione non solo inaugurando il giubileo, ma visitando la moschea di uno dei quartieri più pericolosi della capitale, dove ha fatto un giro in papamobile con accanto l'imam della moschea. Carlo OSORO SIERRA, 71 anni, dal 2014 arcivescovo di Madrid in Spagna e dal 9 giugno 2016 primo ordinario per i fedeli di rito orientale in Spagna, la cui designazione a Madrid - trasferito dalla diocesi di Valencia, fiorente per vocazioni - fu interpretata con il desiderio del Papa di indirizzare la Chiesa spagnola verso toni meno barricaderi e insistenti solo sui valori non negoziabili. Sergio DA ROCHA, 71 anni, arcivescovo di Brasilia in Brasile e presidente della Conferenza episcopale brasiliana, nel 2016 ha impegnato la sua Chiesa in una campagna di fraternità a sostegno della Laudato sii, e la preoccupazione ambientale è molto chiara in lui. Da Rocha ha anche condannato l'aborto per le donne affette dal virus Zika, che danneggia il nascituro. Blase J. CUPICH, 67 anni, arcivescovo di Chicago negli Stati Uniti, apre la pattuglia dei tre statunitensi, tutti elettori, designati dal Papa in questo concistoro: un segno di attenzione per la grande Chiesa degli Stati Uniti i cui pastori sono forse tra quelli che hanno avuto più difficoltà a sintonizzarsi con la sensibilità di papa Bergoglio. Cupich è stata la prima nomina episcopale in una diocesi statunitense di rilievo fatta dal papa latinoamericano, non era mai entrato nella rosa dei candidati alla porpora. Ha recentemente dichiarato che sulla "Amoris laetitia", su cui in questi giorni polemizza un gruppetto di cardinali, (e quindi sui temi del matrimonio e della pastorale dei divorziati risposati, ndr) la sua posizione è quella "del cardinale Schoenborn", cioè del Papa. Patrick D'ROZARIO, 73 anni, arcivescovo di Dhaka in Bangladesh, diventa il primo cardinale di questo paese, che il Papa ha annunciato di voler visitare nel 2017. D'Rozario è stato il primo sacerdote ordinato dopo la guerra di indipendenza dal Pakistan, nel '72. Il Bangladesh ci sono 350mila cattolici su 160 milioni di abitanti, la cui stragrande maggioranza è musulmana; il Paese fa i conti con i jihadisti locali e subisce pesanti contraccolpi del cambiamento climatico. Baltazar Enrique PORRAS CARDOZO, 72 anni, arcivescovo di Merida, in Venezuela, ha definito la sua porpora un dono del Papa al popolo venezuelano. "Il governo venezuelano - ha detto - non vuole parlare con i vescovi. L'operato della Chiesa venezuelana è a favore del popolo e delle sue necessità. Siamo la voce di coloro che non hanno voce in un Paese in cui la libertà d'espressione e informazione è molto limitata. Se non arriva una risposta immediata, considerata la gravità della crisi, ci sarà una diminuzione della qualità di vita. Dovranno morire delle persone che invece sarebbero potute vivere. Penso soprattutto ai bambini e agli anziani". Jozef DE KESEL, 69 anni, arcivescovo di Maline-Bruxelles, è stato in prima linea a fianco dei feriti degli attentati terroristici del 22 marzo a Bruxelles. E' stato il primo vescovo ausiliare della capitale belga unico per le due lingue - fiammingo e francese. Studioso di Bultmann, ritiene che la secolarizzazione è un fatto positivo mentre "il problema è la privatizzazione della religione, il problema è se si esclude la fede dallo spazio pubblico". Maurice PIAT, 75 anni, arcivescovo di Port Louis nella Isole Mauritius, dopo 25 anni alla guida della diocesi aveva presentato le dimissioni in luglio, ma il Papa non le ha ancora accettate. Molto impegnato nella diffusione della dottrina sociale cattolica, ha partecipato all'ultimo sinodo sulla famiglia. Nel 2011 ha promosso nel suo Paese la marcia contro la tratta e la schiavitù. Kevin FARREL, nato 69 anni fa a Dublino, in Irlanda, è prefetto del nuovo dicastero per i Laici, famiglia e vita, costituito lo scorso primo settembre. In un certo senso quindi su è la porpora statunitense più scontata, dato l'alto incarico nella curia riformata di papa Francesco. Farrell è stato vescovo di Dallas e ausiliare di Washington. Carlos AGUIAR RETES, 66 anni, arcivescovo di Tlalnepantla in Messico, è stato segretario generale del Consiglio Episcopale Latinoamericano, primo vicepresidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano di cui poi è stato anche presidente, presidente della Conferenza dell'Episcopato Messicano. John RIBAT, 59 anni, arcivescovo di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, figlio della seconda generazione dei cattolici del Paese, in cui si parlano 853 lingue diverse e la popolazione è in maggioranza rurale, ha studiato dai missionari tedeschi. Ha spiegato che nella società di Papua, in cui pesavano molto i clan, "il cristianesimo - ha detto - ci ha fatto famiglia". E' molto sensibile al problema dei cambiamenti climatici. Joseph William TOBIN, 64 anni, completa la squadra degli statunitensi, e ha una singolare storia nella curia di Roma: nel 2012 è stato esentato dall'incarico di segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata perché considerato troppo "morbido" nei confronti delle suore americane, sotto osservazione per alcune loro aperture su temi etici e di morale sessuale. Tobin, che era arcivescovo di Indianapolis negli Stati Uniti, il 7 novembre è stato nominato arcivescovo di Newark. I quattro cardinali non elettori invece sono: Anthony SOTER FERNANDEZ, 84 anni molto ben portati, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia). Renato CORTI, che ha compiuto 80 anni lo scorso marzo, è vescovo emerito di Novara, è stato ausiliare di Milano con il cardinale Martini, è stato incaricato da papa Francesco di scrivere le meditazioni per la Via crucis al Colosseo del 2015, e ha spiegato che cercherà di servire alla riscoperta della "interiorità" nella Chiesa per "riportare il volto di Cristo nei vari ambiti della sua vita, dalla liturgia, alla missione". Sebstian KOTO KHOARAI, vescovo emerito di Mohale's Hoek (Lesotho) 87 anni, che non ha partecipato per le sue cattive condizioni di salute al concistoro di oggi e al quale il Papa invierà berretta e anello cardinalizi in diocesi, tramite il nunzio mons. Peter Brian Wells. Ernest SIMONI, 88 anni prete dell'arcidiocesi di Scutari (Albania), condannato a morte due volte dal regime albanese, e che ha vissuto il suo sacerdozio in clandestinità fino al 1990. Il Papa lo aveva incontrato durante il suo viaggio in Albania ed era rimasto molto colpito dal racconto della sua storia personale ed ecclesiale.