Lunedì 23 Dicembre 2024

Sequestrato il "tesoro" di Corona in Austria: circa 900 mila euro

MILANO. Tornato in carcere poco più di un mese fa, quando era in affidamento in prova ai servizi sociali, per quegli ormai famosi 1,7 milioni di euro in contanti trovati in un controsoffitto e anche per il sospetto che avesse portato all'estero altri soldi 'cash', Fabrizio Corona, interrogato dal gip, aveva ammesso di aver nascosto in Austria «circa 900 mila euro», mentre era già stata avviata una rogatoria per rintracciare quelle somme. Rogatoria che ha portato al sequestro da parte della Gdf di due cassette di sicurezza e di un conto ad Innsbruck per un totale di 843mila euro, più o meno la cifra indicata dall'ex 'fotografo dei vip'. Era stata Geraldine Darù, ex collaboratrice di Corona e testimone-chiave dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto della Dda milanese Ilda Boccassini e dal pm Paolo Storari, a riferire a verbale, a fine settembre, che il primo agosto scorso Francesca Persi, presunta prestanome dell'ex agente fotografico, anche lei arrestata, le aveva chiesto di custodire nel suo appartamento una borsa «per suo conto». Borsa nella quale aveva trovato, sempre stando al racconto della teste, «20/30 buste bianche». Buste con dentro contanti che, il giorno dopo, Persi avrebbe portato in Austria percorrendo in auto Milano-Innsbruck andata e ritorno in giornata. Nel frattempo, la Procura milanese ha già chiuso nei giorni scorsi le indagini e sta per inoltrare la richiesta di processo in relazione sia a quei soldi trovati nell'abitazione di Persi che a quelli portati in Austria e ora sotto sequestro, contestando a Corona tre imputazioni: l'intestazione fittizia di beni, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e la violazione delle norme patrimoniali relative alla misure di prevenzione. L'ex 're dei paparazzi' ha sostenuto, a più riprese, che quei contanti sarebbero i compensi 'in nero' per le sue serate nelle discoteche (dicendo anche che sarebbe ancora in tempo per versare le tasse dovute), ma alcuni titolari di locali lo hanno smentito sul punto. Nel giro di poco più di un mese, tra l'altro, una 'valanga' di guai giudiziari ha travolto l'ex agente fotografico, che era uscito da San Vittore dopo due anni e mezzo circa di detenzione nel giugno dello scorso anno e che si presentava come un «uomo nuovo». La Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese, infatti, gli ha sequestrato la sua casa di via De Cristoforis, zona della movida milanese, del valore di 2,5 milioni di euro e poi il Tribunale di Sorveglianza ha disposto la revoca dell' affidamento in prova che gli era stato concesso. Con l'effetto che ai circa 5 anni residui, già al netto di un'eventuale altra condanna per l'inchiesta da poco chiusa e di una nuova decisione della Cassazione sul calcolo del cumulo delle pene, Corona ha dovuto aggiungere un altro anno da scontare in carcere. «Mi sento accerchiato, ho commesso un errore ma non un reato, se mi date il tempo per pagare le tasse su quei contanti potrò proseguire nell'affidamento, perchè sono una persona onesta che ha guadagnato un mucchio di soldi ammazzandosi di lavoro», aveva provato a sostenere davanti ai giudici, ma non è servito a nulla.

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