PALERMO. “Non ho avuto nessuna influenza sulle procedure adottate da Anna Rosa Corsello. Sono completamente estranea a questa vicenda”. Lo ha ribadito più volte davanti al gup Fabrizio Molinari, Patrizia Monterosso, segretario generale della Regione che è indagata assieme al dirigente Anna Rosa Corsello. La vicenda è quella del mega peculato da 11 milioni di euro.
Monterosso ha chiesto di essere interrogata durante l’udienza preliminare dal sostituto procuratore Luca Battinieri. L'indagine riguarda gli extra-budget e cioè delle somme concesse agli enti di formazione professionale in aggiunta a quelle previste inizialmente dal Piano dell'offerta formativa regionale. Quelle “integrazioni”, però, come ha sottolineato la Corte dei conti, che ha deciso pesanti condanne, erano illegittime.
Fu il nucleo di polizia tributaria della finanza a scoprirlo. La parola ora passa al giudice per l'udienza preliminare che dovrà decidere se meritano o meno di essere processate.
Il segretario generale della Regione sarebbe il concorrente morale del peculato milionario commesso materialmente da Anna Rosa Corsello, ex dirigente del dipartimento della Formazione. Secondo l'accusa, l'obiettivo del loro “disegno criminoso” era quello di “sottrarre il segretario generale al giudizio di condanna nel procedimento promosso dalla Corte dei conti”.
Corsello, assistita dall'avvocato Salvatore Modica, si è sempre difesa sostenendo di avere agito rispettando la legge, sulla base di un parere dell'avvocatura e di avere difeso gli interessi dell'amministrazione. Anche Patrizia Monterosso, assistita dagli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano, ha ribadito la sua innocenza.
“Tutto può essere ricostruito attraverso i documenti che, se letti nella loro totalità - ha detto - escludono la mia partecipazione in questa vicenda”.
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