ROMA. Al Sud gli insegnanti fanno meno ore di assenza. A sottolinearlo è l'Anief riportando quanto emerge dal Rapporto «I processi e il funzionamento delle scuole» appena pubblicato dall'Invalsi, l'Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione. Risulta anche che non solo al Sud ci si assenta poco, ma si ricorre anche «meno all'utilizzo di altri docenti per coprire le ore scoperte».
A fronte di una media nazionale pari al 5%, «tutt'altro che elevata rispetto ad altri comparti di lavoro», fa notare l'Anief - sono gli insegnanti da Roma in giù a registrare maggiori presenze: ne consegue che nelle regioni Meridionali e nelle Isole i dirigenti non debbono sostituire i colleghi con la frequenza dei colleghi del Centro Italia, dove ci si assenta in misura maggiore, e anche rispetto al Nord.
L'Invalsi auspica anche la messa in atto di una serie di «interventi differenziati in base alle esigenze del territorio e alle tipologie di scuola e promozione di azioni di discriminazione positiva». Quanto alla somministrazione del Fis, i fondi per incentivare le funzioni aggiuntive, i progetti e le attività ulteriori rispetto alla didattica frontale, l'Invalsi rileva che «nel Centro-Nord è ripartito in modo diffuso, assegnando a più persone una retribuzione più bassa» mentre «nelle regioni del Sud e Isole», il Fis «è utilizzato in modo più mirato, assegnando più soldi a un numero inferiore di persone». Ed è ancora nelle scuole «del Sud e Isole del II ciclo che si registra un numero superiore di scuole (35%) in cui sono presenti più di 2 laboratori ogni 100 studenti».
«È l'ulteriore conferma che certi stereotipi sulla scuola portano - commenta il presidente dell'Anief Marcello Pacifico - a convinzioni e leggi sbagliate: al Sud non solo i docenti si mostrano presenti con costanza in aula, ma anche precursori della regola, tanto cara al Miur, cavallo di battaglia della Legge 107, di distribuire meno soldi aggiuntivi a 'pioggia', un po' per tutti, e più incentivi, invece, ai meritevoli. Anche sulla presenza dei laboratori, ora si scopre che, almeno a livello di scuola superiore, sono più presenti nelle regioni Meridionali. Certamente - prosegue - è un dato di fatto che gli studenti delle scuole del Nord hanno una scelta più ampia di aziende dove svolgere percorsi di alternanza scuola-lavoro, ma se il territorio è carente di lavoro e quelle esistenti non credono nella formazione scolastica, c'è solo una cosa da fare: farla finita con la determinazione precostituita degli organici del personale, docente ma anche Ata, sulla base del numero 'secco' di iscrizioni di alunni. In determinate situazioni, sono altri i fattori che pesano: difficoltà del territorio, bassa presenza di agenti culturali, ridotto livello di studio delle famiglie di provenienza. Bisogna, quindi, incrementare il numero di insegnanti a Ata in quelle regioni, dove non a caso è più alto il livello di dispersione scolastica, con punte del 40%. È anche per questi motivi che l'Anief - annuncia Pacifico - ha deciso, il 14 novembre, di scioperare e indire un presidio davanti a Montecitorio».
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