Sisma, altra fortissima scossa di 6.5
Paura tra Umbria e Marche, danni e feriti
Norcia, crolla basilica di S. Benedetto
RIETI. La terra ha nuovamente tremato quest'oggi nell'Italia centrale, con un sisma che alle 7.40 ha scatenato una magnitudo di 6.5 - la più forte dopo il terremoto in Irpinia del 1980 - con epicentro nei dintorni di Norcia e un tempo di propagazione delle onde di almeno due minuti. Una ventina i feriti, quasi tutti non gravi, e nessun disperso, ma un bilancio pesante dal punto di vista dei danni agli edifici: interi borghi distrutti, chiese e cattedrali crollate. E poi decine di migliaia di sfollati, che potrebbero arrivare anche a centomila. Sono 25 mila soltanto nelle Marche. Per tutti si sta cercando di trovare una sistemazione. «Non vogliamo deportare le persone, ma che possano trascorrere una notte tranquilla. Non ha senso dormire in macchina» ha detto il commissario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani. Una scossa, quella di stamani, che è stata seguita da oltre 200 eventi sismici, e che è stata avvertita non solo nelle regioni centrali ma in gran parte del Paese, da Bolzano a Bari, e molto forte a Roma, dove è stata chiusa in via precauzionale la metropolitana e dove domani le scuole resteranno chiuse per consentire le verifiche su eventuali danni agli edifici. Questo nuovo evento sismico ha colpito molte delle aree già interessate dai terremoti del 24 agosto e del 26 ottobre scorsi, e probabilmente per questo motivo non ci sono vittime: i centri storici dei paesi, infatti, erano già stati in gran parte sgomberati e dichiarati 'zone rosse'. Ma questi stessi borghi hanno subito oggi un'ulteriore, pesante devastazione: soprattutto a Norcia, dove la Basilica di San Benedetto e la chiesa di San Francesco sono crollate. La parte alta della frazione di Castelluccio di Norcia è stata rasa al suolo. Ad Amatrice, è crollata la torre civica e la chiesa di San Benedetto. Pesanti danni al patrimonio architettonico e artistico anche a Civita di Bagnoregio, nel viterbese, e alla chiesa della Collegiata a San Genesio (Macerata). Sono numerose le strade statali e provinciali chiuse nelle Marche, nel Lazio, in Umbria e in Abruzzo per i crolli o per i rischi legati al terremoto. La strada che collega Visso con Norcia è crollata a circa due chilometri dal comune marchigiano ed è dunque totalmente inagibile; chiusi anche tratti della Salaria. La viabilità, ha sottolineato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcuio, è 'fortemente compromessà nelle zone colpite e i feriti sono stati portati via con gli elicotteri. Problemi anche alle linee ferroviarie: la circolazione dei treni è stata sospesa in attesa di verifiche lungo le linee Foligno-Terontola, Orte-Falconara, Ascoli-Porto d'Ascoli, Terni-Sulmona, Pescara-Sulmona e poi ripristinata. Molte le utenze rimaste senza luce (ma in serata quasi tutte ripristinate) e problemi con l'acqua potabile. Riaperte tutte le linee della metropolitana di Roma che stamani erano state chiuse. Nella capitale, si sono riaperte alcune lesioni sulla cupola, capolavoro del Borromini, della chiesa di Sant'Ivo allaSapienza, che è stata chiusa. Invece le basiliche di San Paolo e di San Lorenzo fuori le mura, inizialmente chiuse per verifiche dopo il crollo di calcinacci e cornicioni, sono state riaperte. Il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il Commissario per la ricostruzione Vasco Errani hanno partecipato oggi pomeriggio a Rieti a un vertice sull'emergenza, per poi recarsi a Norcia, una delle aree più colpite dal forte sisma di stamattina. «Ora il primo problema è dare assistenza e sicurezza alla popolazione che sta vivendo una situazione molto pesante» ha sottolineato Errani, aggiungendo che l'impegno è quello di «ricostruire tutto per dare prospettiva a questi territori e a queste comunità». Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha assicurato a sua volta che le forze dell'ordine presidiano il territorio e proteggono le case dei cittadini colpiti dal sisma. «Questa mattina - ha precisato - abbiamo mandato, nei posti colpiti dal terremoto, 120 unità tra Polizia e Carabinieri, che si sono aggiunte a quelle già presenti in quei territori e, in queste ore, altri 200 militari si stanno aggiungendo ai 220 operativi nelle zone rosse sin dal 24 agosto scorso». Sul fronte dei soccorsi, Alfano ha spiegato che «abbiamo 1.313 Vigili del Fuoco in campo, dei quali 323 hanno raggiunto proprio in queste ore i luoghi colpiti, e 533 mezzi, di cui 81 inviati oggi. Siamo impegnati per cercare di ripristinare il più possibile la viabilità stradale e per questo abbiamo impegnato 125 pattuglie nelle quattro regioni coinvolte: Marche, Umbria Abruzzo, Lazio». Vigili del fuoco e tecnici lavorano senza sosta da ore e ore. E tanti di loro sono vivi grazie all'ora legale. Impegnati nei sopralluoghi post sisma sarebbero potuti rimanere coinvolti nei crolli della scossa di oggi, come raccontano loro stessi, se le lancette dell'orologio fossero rimaste un'ora indietro. I sopralluoghi e gli interventi negli edifici privati e pubblici - come le chiese, molte delle quali sono oggi crollate - cominciano infatti di norma alle 8. La scossa di magnitudo 6.5 è avvenuta alle 7.40, ora solare, le 8.40 di ieri, quando era ancora in vigore l'ora legale. Il premier Matteo Renzi ha annunciato per domani un Consiglio dei ministri e ha assicurato che "tutto sarà ricostruito in tempi certi".. «Ciò che serve lo prendiamo e se serve di più l'Italia non lesinerà nella ricostruzione dei luoghi che sono l'anima del nostro paese» ha aggiunto, dicendo no «a qualsiasi impedimento tecnocratico». Quanto alle risorse, «non si sprecano ma non c'è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo» ha precisato. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Gerusalemme ha esortato lo Stato ad essere vicino alle popolazioni colpite. «Dobbiamo assolutamente difendere e assicurare la ricostruzione del territorio» ha detto, esortando la politica a essere unita. y